Come vestirsi dopo aver incontrato un’autrice. E scoperto che è limpida come il suo libro. A Milano

E' stato bello scoprire che Silvia Greco ha la stessa limpidezza e semplicità del suo libro. E come ha twittato Hacca edizioni ieri, non è così usuale.
E qui la storia dell'incontro di ieri

Quando, alla fine della conferenza stampa, ho twittato che era stato bello incontrare Silvia Greco, limpida come il suo libro, il suo editore Hacca Edizioni ha twittato in risposta che non era scontato riconosce un autore/autrice nel suo libro.

Silvia Greco è autrice di Un’imprecisa cosa felice. Ve ne ho già parlato ieri. Ci ha raccontato che l’idea del libro le è venuta molto tempo fa, che ne aveva scritto qualche pagina e poi aveva fatto altro per molti molti anni. Non ha aspettato consapevolmente tutti quegli anni per scriverlo. Ma è il tempo che ci è voluto alla storia per emergere e farsi scrivere. Ed è stato l’anno scorso dopo il Salone del libro di Torino, in cui ha lavorato volontariamente allo stand di Hacca, che ha sentito che era arrivato il momento di scrivere. Così l’ha fatto. In poco tempo. Senza esitazioni e tormenti. Limpidamente.

Cristiana Alicata aveva letto le prime pagine che aveva scritto tanti anni prima e le aveva mandate ad Hacca. Che aveva deciso di aspettare il libro. E bene ha fatto.

E’ una bellissima storia, non trovate?

Poi Silvia ha parlato della sua scrittura, di quella cifra ironica e allo stesso tempo favolistica che troviamo nel libro. Ha letto alcune pagine del suo libro. Ha detto che i suoi personaggi non sono ispirati a nessuno. Ha detto che nessuno dei personaggi è lei stessa (anche se ovviamente c’è un po’ di lei in tutti i personaggi). Ha detto che ha amato scrivere della morte per raccontare la rinascita. Ha detto di essere rimasta sorpresa dell’interesse e dell’affetto di colleghi e capi della società per cui lavora alla comparsa del suo libro. Ha detto di essere una lettrice avida, e tra i libri che ha raccontato di aver amato ce  n’è uno che prenderò di sicuro, La storia del soldato che riparò il grammofono, di Sasa Stanisic.

Ha detto molto di più, ovviamente, ma non voglio scrivere un post troppo lungo.

Quello che mi è piaciuto di Silvia è la limpidezza del suo approccio, del suo stile. La chiarezza, la semplicità, l’onestà. Qualcosa che la nostra ospite, Cristina Beretta Mazzotta, ha messo in evidenza con la sua accoglienza calorosa e affettuosa.

Grazie a tutti!

E oggi mi sento un po’ stanca (avevo un incontro di Legambiente dopo, e ho saltato la cena) e ho indosso quei bei pantaloni a disegni di Seventy, li avete già visti più di una volta, con un pullover blu (ancora!!) fatto a mano e una giacca grigia (che è simile a quella di ieri ma non è la stessa), più i Dr Martens’ da combattimento! Oufit rilassato ma pur sempre  #50chic!

Buona giornata!
Anna da Re

 

3 risposte a "Come vestirsi dopo aver incontrato un’autrice. E scoperto che è limpida come il suo libro. A Milano"

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  1. Eccomi, entusiasta anch’io per la conferernza di ieri, sono quella arrivata dopo con il mongomery fucsia. La storia della pubblicazione di Siliva è una coccola e una favola vera, ancor più straordinaria per chi, come me, è blogger e autrice da tempo. Bello conoscerti, in fondo non sono after fifty, ma before (ma poco poco before).
    Keep in touch!

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  2. Scusa Anna, ma ed Hacca esiste solo da 11 anni dal 2006, tu hai scritto che cristiana alicata aveva letto le prime pagine 20 anni fa e le aveva spedite alla casa editrice, scritto cosi sembra che fossero state spedite vent’anni fa, un po’ impossibile….

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