Una grande archistar ha lasciato il segno nel Quadrilatero della Moda a Milano.
Passeggiare per le strade del Quadrilatero della Moda riserva sempre bellissime sorprese. Per una come me che è sempre col naso all'insù a scrutare, osservare e scoprire, il centro storico di Milano è sempre grande fonte di ispirazione, da un lato, e piacevole scoperta dall'altro.
Sì, sono una fervente osservatrice, fa parte della mia indole, e trovo sempre delle fantastiche chicche che mi lasciano sempre divertita, nel caso di pacchiane frivolezze (tipo le ciabattone pelose – a proposito, ne ho una nuova, che però mi riservo di pubblicare in uno dei miei prossimi articoli spot, non temete), o stupita, a seconda del tema, ovviamente. Ed essendo questa la rubrica EyeMilano (un occhio su Milano), devo stare sempre con gli occhi ben aperti quando sono in giro per non perdermi nulla da raccontarvi poi.
Così tempo fa passeggiavo in via della Spiga e ho incontrato Zaha Hadid. Non lei, purtroppo ahimè ci ha lasciato qualche anno fa, ma una delle sue "opere" architettoniche, in forma ridotta.
La sua firma è facilmente riconoscibile per chi già conoscesse questa grandissima architetto, donna, irachena di nascita.
Sto parlando degli interni del negozio del brand newyorkese Stuart Weitzman, marchio produttore di modernissime calzature.
Sono rimasta incollata alla vetrina, a guardare non so per quanto tempo… ma no, non le scarpe, quelle no, io sono una donna atipica, se entro in un negozio non guardo gli oggetti che vende, guardo gli arredi e l'allestimento (e non ridete), per cui sono stata lì più di 15 minuti a osservare le forme fluide, le irregolari geometrie proiettate verso il futuro degli arredi disegnati da Zaha Hadid.
Il negozio è davvero piccolo, ma questa archistar in pochi metri quadrati, ha saputo esprimersi esattamente come nei suoi progetti di edifici a grande scala. Forme morbide sinuose che adoro, fanno un tutt'uno col soffitto che scende fino al pavimento condensandosi per raggiungere al centro dello store una serie di espositori che sembrano elementi preziosi di un gioiello in metallo dorato colato, messi lì ad arte per valorizzare i prodotti esposti, così come gli elementi in vetrina che chiudono tutto lo spazio in una piccola astronave del futuro, pronta a farti decollare verso nuovi mondi.
Inutile dirvi che vi invito ad andare a vedere coi vostri occhi e vi chiedo poi di scrivermi qui le vostre sensazioni.
Verde Alfieri
Mi chiamo Verde, e con un nome così non potevo che essere una creativa. Faccio gioielli e scrivo sul blog di Anna nella mia rubrica EyeMilano, mentre Anna scrive sul mio blog Alfieri Jewel Design nella sua rubrica Il Giusto Chic. Questo gioco incrociato ci diverte e ci piace sapere che fa divertire.
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