E comunque il pile è una grande invenzione

In questi giorni di freddo intenso, talora anche umido, a noi ragazze non più giovani viene da pensare come si sta più caldi ora e come non ritorneremmo indietro.

Io per esempio ho cominciato a sciare che c’erano solo i maglioni di lana, le giacche a vento erano di carta velina e si bagnavano, i pantaloni che si infilavano negli scarponi lasciavano entrare anche la neve, insomma quando era freddo non c’era molto di salvarsi. Quando vado a sciare ora, purtroppo quest’anno non l’ho ancora fatto ma spero di farlo presto, quando vado a sciare ho una fantastica attrezzatura che sì, alla fin fine è di plastica, ma è calda e confortevole. Ricordo ancora il primo pile Patagonia che mia madre mi portò dall’America, l’ho tenuto per almeno 20 anni!

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E anche nelle giornate normali, di vita cittadina, e di materiali più nobili e tradizionali come lana e montone, penso che quando torno a casa ho un pile morbido da infilarmi. Mi sono comprata anche un pigiama, di pile, arrendendomi al fatto che, se è bene che la stanza da letto sia esposta a nord e sia più fredda del resto della casa, è anche bene coprirsi e stare caldi mentre si dorme.

E insomma alla fine non bisogna buttare via il bambino con l’acqua calda. Sicuramente c’è in giro una quantità esagerata di plastica inutile, plastica che potrebbe essere sostituita da altro materiale con vantaggio di tutti. Ma alcuni derivati della plastica, alcuni materiali sintetici, fanno parte del progresso dell’umanità. Non è sempre facile distinguere tra quello che è buono e quello che non lo è, ma visto che non fummo fatti per viver come bruti, potremmo anche esercitarci,  no?

Intanto buona giornata!

Anna da Re

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