Non so da quanti anni ormai, credo fin da quando ero abbastanza piccola, leggo qualcosa prima di dormire. A volte sono poche pagine e a volte tante. Dipende da quanto sono stanca, da quanto mi appassiona il libro, anche dalla temperatura. Perchè la mia stanza da letto è freddina, un po' perché si trova a... Continue Reading →
#pandemia zona rossa. Venerdì, vestiti, lockdown, riunioni
Non so bene cosa scrivere, oggi. Non perché mi manchino gli argomenti, ma perché non so bene di cosa ho voglia di parlare. Sono in uno di quei momenti di troppo pieno che assomiglia al vuoto. Sono arrivati diversi spunti, come succede più o meno tutti i giorni anche soltanto guardandosi intorno, scorrendo i social,... Continue Reading →
Ma che cosa vuol dire davvero tornare alla normalità?
Questa è una domanda seria. Perchè si sente parlare fino allo sfinimento del ritorno alla normalità, senza che ci si preoccupi di definire che cosa si intende, per normalità. Giustamente, in Gran Bretagna e in altri paesi, si sono chiesti e hanno chiesto alla gente se, dopo la pandemia, volesse tornare alla condizione precedente. Condizione... Continue Reading →
Un lunedì di pioggia e inconcludenza
Eh sì, alle volte il lunedì è difficile. Prendete oggi. Dopo un fine settimana di grande relax, tempi lenti, letture, knitting, passeggiate in bicicletta, chiacchierate. Ho la macchina in officina per l'incidente, ho avuto una macchina sostitutiva dall'assicurazione ma non me l'hanno prorogata e quindi per i due giorni mancanti devo andare a prenderne un'altra.... Continue Reading →
Di sicuro dopo i fifty va bene essere difficili. Però secondo me va bene anche prima
Oggi ho davvero poco tempo e così mi limito a condividere questo bellissimo articolo da The Guardian. La tirannia dell'essere carine e la difficoltà di essere difficili. In realtà niceness non è esattamente essere carine, assomiglia un po' all'essere brave nel senso di brave ragazze. Ma dopo tutta la polemica sui post carini con le... Continue Reading →
Perché il giudice Rosemarie Aquilina è un’icona di stile
Perché ha costretto Larry Nasser ad ascoltare le testimonianze delle atlete di cui aveva abusato. Poverino, lui non se la sentiva proprio... E perché gli ha dato una pena di 175 anni. Indossando un collettino di pizzo e una massa di capelli neri raccolti in stile "pompadour". Perché il potere viene da dentro, e non... Continue Reading →
Vestiti semplici per una vita complicata. Questa è la mia filosofia. A Monza
La vita è davvero troppo complicata per mettersi anche dei vestiti complicati, non siete d'accordo? E così uno chic semplice è davvero il meglio. Se poi ha dentro qualcosa a righe è ancora meglio! Non credo di conoscere una singola persona che abbia una vita semplice. E voi? Se la/lo conoscete fatemelo sapere! E probabilmente... Continue Reading →
Come vestirsi pensando all’orgoglio e alla pretenziosità. A Monza
Orgoglio. Pretenzioso. Paroloni. Che mi ronzavano nella testa da giorni. A cui stavo pensando mentre mi vestivo, stamattina. Che è un'altra giornata grigia. Ma io faccio i miei pensieroni e sorridoEra qualche giorno che pensavo all'orgoglio. E anche alla pretenziosità, avendo letto un bell'articolo sul Guardian, la mia preziosa fonte di informazioni e soprattutto di... Continue Reading →
Come vestirsi quando si è felici di essere abbonati al Guardian per iPad. A Milano
Mi piace prendere il treno, al mattino, per leggere. Al momento il mio viaggio è breve, e sarò contenta di farlo più lungo quando starò a Monza. Magari mi dovrò svegliare prima, e andare a letto prima, chissà. Nel frattempo apprezzo quel che ho (i buoni propositi del 2016, ricordate?). Tra cui leggere il Guardian.... Continue Reading →
How to dress when you are happy about your subscription to the Guardian. In Milano
I like to take the train to work, in the morning, because I have time to read. At the moment my ride is quite short, so I will be happy to have a longer one when I will move to Monza. It will probably mean to wake up earlier and trying to get to bed... Continue Reading →