Concitatezze dimenticate. Ufficio post lockdown

Concitatezze il correttore automatico non lo concepisce, il sistema me lo segna rosso. E in effetti nel dizionario italiano probabilmente non esiste. Ma la lingua è viva e in evoluzione, e che cosa vuol dire si capisce. Questa settimana tra autori che sono venuti a Milano, presentazioni, email, libri da spedire, premi letterari e altro... Continue Reading →

#pandemia fase 2. Per restare in equilibrio bisogna muoversi

Zona gialla, arancione o arancione scuro, il martedì è il giorno dell'ufficio. Che mentre prima era un non luogo, dove venivo tutti i giorni tranne il weekend con quell'automatismo che è tipico delle cose che fai sempre, che non ci pensi e soprattutto pensi che farai sempre, ora è un luogo. Ne noto per esempio... Continue Reading →

Strano tornare in ufficio. Anche solo una volta alla settimana

Siamo davvero bizzarri, noi umani. Per anni sono venuta in questo edificio, sono entrata dalla stessa porta e sono salita ora al quarto e ora al quinto piano. Intanto che la mia vita cambiava, che il mio lavoro cambiava, che il mondo intorno a me cambiava, io continuavo a venire in questo edificio, tutte le... Continue Reading →

Anch’io sulla gaffe del “tornare a lavorare”

Naturalmente l'infelice frase di Beppe Sala che invita i milanesi a "tornare a lavorare" ha colpito e irritato anche me. Ho letto anche diversi commenti, tra cui la bella e approfondita analisi di Silvia Zanella sul suo blog. Devo dire che, magari non espresso con tanta chiarezza e goffaggine, il tema del "tornare a lavorare"... Continue Reading →

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