Da qualche parte nella libreria è possibile che ci sia un vecchio Oscar, de Il grande Gatsby. Ma non è tanto probabile, visti i traslochi che si sono susseguiti da quando ero ragazza.

Oggi sono 100 anni tondi, da quando è stato pubblicato per la prima volta.

E credo sia uno di quei classici che hanno letto in molti senza percepirlo come un obbligo.

Che cosa lo rende attuale ancora oggi, oltre alla brevità, alla scrittura che suona contemporanea, è quel tema centrale della “carelessness”: dei ricchi e potenti verso il mondo tutto oltre che il prossimo. Potremmo tradurre carelessness come disattenzione, negligenza, trascuratezza, ma io direi piuttosto menefreghismo. Quel considerare le conseguenze di quel che si fa come cosa d’altri. Tipico dei ricchi, e in questo momento di alcuni, di troppi dei governanti.

Le conseguenze stanno già arrivando, ed è già chiaro chi riguarderanno.

Come scrive su The Guardian la studiosa britannica Sarah Churchwell, “Il grande Gatsby è un romanzo sulla necessità della speranza in una società in cui i potenti dominano senza conseguenze. E continua a parlarci perché sembra aver saputo molto prima di noi quanto è facile che il menefreghismo si nasconda dietro il glamour – e come spesso la storia torni indietro proprio quando sembra stare correndo in avanti.”

Buona domenica

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Sono Anna

Benvenuti su ChicAfterFifty. Nato 10 anni fa come blog di moda per signore, appunto after fifty. Dopo la pandemia la moda non mi è più sembrata così importante. E allora parlo di libri, di ambiente, di posti belli, di cose belle.

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