Se c’è una cosa in cui non manca la varietà, è il volontariato.
Io principalmente mi occupo di ambiente con Legambiente. Che già implica una notevole varietà di progetti e attività.

Poi da qualche mese aiuto un ragazzino immigrato con l’italiano. Lui sta imparando, o almeno spero, ma io pure. La complessità della nostra lingua, tanto per cominciare.
Ma soprattutto il fatto che una lingua si insegna solo attraverso una relazione. È stata illuminante, a questo proposito, Vera Gheno, the wandering sociolinguist, che è venuta a Monza a parlare di Grammamanti, il suo ultimo libro, e parecchio altro.
È una delle grandi domande della linguistica, come impariamo a parlare. Ci sono tante teorie, ma la maggior parte concordano sulla necessità di una relazione. Chesi costruisce letteramente parola per parola.
E quando mi ingegno a insegnare a questo ragazzino che era praticamente analfabeta, mi ricordo di mia nonna, che faceva la maestra elementare a Desenzano del Garda. Eravamo ai primo del secolo scorso e la maggior parte dei bambini andava a scuola senza scarpe, percorrendo lunghi tratti di campagna. E mia nonna era insistente, appassionata, determinata a trasmettergli delle nozioni e più di tutto l’importanza del sapere. Che cosa bella, che solo ora capisco…







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