Scritto così, sembra un titolo tipico da fashion blog, e promette un assaggio di nuovi trend e cose da comprare.

Invece per fortuna la moda sta cambiando in meglio, sta diventando più sostenibile. C’è una strada lunghissima da percorrere, ma pare che perlomeno ci si sia avviati.

Ieri a Milano si è tenuto un piccolo festival, Riverberi, organizzato da Terralab e dedicato alle buone pratiche nel cibo e nell’abbigliamento. Due settori in cui i consumatori possono influenzare la produzione e indurre il cambiamento necessario.

C’erano laboratori sartoriali, artigiani che lavorano con materiali naturali, di recupero, di scarto. Tante cose belle e virtuose. C’erano talk su come smettere di comprare compulsivamente e cominciare a scegliere. Su cosa è davvero sostenibile e come si fa a capirlo. C’era Humana con un piccolo swap party. C’erano tante persone, la Milano attenta, consapevole, studiosa, un po’ alternativa. C’erano ragazze con abitini vintage. C’erano moltissimi Birkenstock. C’era il sole, c’era caldo, la platea non aveva un filo d’ombra, un po’ troppo.

Ma è stato bello e interessante. Confortante vedere che c’è un movimento, una progressione. Che certi concetti stanno diventando scontati. È vero siamo sempre in una nicchia. Ma in fondo le suffragette erano meno di una nicchia, e cento anni il voto delle donne è un fatto normale.

Dunque continuiamo.


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