Da dove sono, a Cortez, andando verso ovest si trovano i deserti, che qui non assomigliano per nulla al deserto del nostro immaginario, sabbia cammelli e miraggi.

Qui i deserti sono rocciosi e verdi, di un verde secco e crostoso, ginepro, cactus, salvia, yucca. Sotto la terra è spesso rossa. Le rocce hanno le forme più bizzarre e si spaccano in canyon di varie forme, misure e profondità.

È una zono piena di resti e rovine di indiani, che pur essendo spesso nomadi, quando trovavano le condizioni giuste costruivano, scegliendo le pietre e saldandole con il fango e la sabbia.





A Sand Canyon si trovano alcune rovine, ma le più spettacolari sono quelle di Hovenweep, castelli e dimore sul bordo di un canyon, geometricamente disposte l’una rispetto all’altra.

Ora c’è un grande silenzio, si sentono delle macchine in lontananza, e il cielo è altissimo e di un blu che acceca ma anche rallegra.
C’è una strana vitalità, in questi paesaggi, e uno slancio quasi spirituale nel coraggio delle piante e degli alberi a sfidare il sole, il secco, il vento. Eppure ce la fanno. Per la nostra meraviglia, e forse comprensione







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