È sempre stato un po’ così, con il suo mix di conforto (non resterò mai senza niente da leggere) e sconforto (non basta una vita, ma neppure due o tre).
Però internet, e le newsletter che ricevo (liberamente sottoscritte) da editori, librerie, riviste e premi hanno un po’ peggiorato le cose.
Quando per esempio arriva la newsletter del Booker Prize, e raccontano un po’ di finalisti del passato, mamma mia quanti bei libri si scoprono.
Oppure quando arriva quella del Times Literary Supplement oppure di The Guardian, si potrebbero fare delle wish list infinite.
E quindi insomma, ognuno legge quello che riesce e quello che può. L’importante è scegliere. E darsi il diritto di piantare lì i libri che non ci piacciono, per non perdere tempo prezioso







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