Stavo tornando a casa da Milano, ero ferma al semaforo davanti all’Istituto dei Salesiani. Ci sono dei cartelloni di parole, scritte con corpi diversi.
Tra queste spiccava, o forse io ho notato, perché non era in un corpo particolarmente grande, la parola “amorevolezza”.
Che bella parola, ho pensato.
Una parola che fa un passo in più rispetto alla gentilezza, ma resta universale. Non prevede la dedizione dell’amore, ma un atteggiamento ben disposto e benevolo.
Qualcosa di cui mi sembra avremmo molto, molto molto bisogno








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