Leggere Murakami porta sempre in un’altra dimensione, sposta il pensiero, altera i ragionamenti. È solo dopo che ho finito La città e le sue mura incerte che ho messo a fuoco un po’ di pensieri che vagavano senza trovare posto.
Siamo alla metà di agosto, ho avuto dei mesi pieni di cose, quasi tutte belle e di valore. Ora mi sono fermata e starò ferma, a curare finalmente il ginocchio. E mi sono accorta di quanto sia necessario, dopo il pieno, il vuoto. Leggere dei libri senza doverli recensire. Stare seduti. Riposarsi. Aspettare. Non pensare: agli impegni e alle incombenze, ai progetti. Sospendere le attività. Quello che sarebbe il senso della vacanza, quello che la parola vacanza contiene. Ma che noi ormai riempiamo oltre ogni limite.
Il vuoto può essere davvero molto pieno. Basta guardarci dentro








Lascia un commento