Torino Spiritualità, il vuoto e il nulla

Un festival a cui mi riprometto sempre di andare ma poi non mi organizzo mai è Torino Spiritualità. Forse festival

non è neppure la definizione giusta, festival dà un’idea di godereccio e divertente, mentre gli incontri di cui ho letto o ascoltato alla radio sono più riflessioni, approfondimenti.

Per dire quanto è attuale e importante, il tema di quest’anno è “Questo vuoto d’intorno”. Nessuno degli altri festival culturali è riuscito a cogliere con tanta intensità uno degli aspetti più cruciali del tempo che stiamo vivendo.

Mi ha colpito molto anche perché ho letto, e devo recensire, il romanzo di Percival Everett “Dottor No”. Un romanzo sul nulla, ma il nulla scientifico, quindi un nulla che esiste, che si può cercare e magari trovare.

Ora certo che vuoto e nulla non sono la stessa cosa. Il vuoto è sempre contrapposto al pieno, e mentre d’intorno nel mondo materiale abbiamo un eccesso di rumore e oggetti e stimoli e proposte e seduzioni, d’intorno nel mondo spirituale percepiamo tante assenze e mancanze, che sembrano formare un vuoto. Ma il vuoto si può riempire, è uno spazio libero, se non ci si fa spaventare il vuoto è una possibilità, anzi mille possibilità.

Il nulla invece non può essere riempito. Se ne sta lì bello intero, a negare le cose e la vita; annullare è il suo verbo ed è un’azione che disfa qualcosa di già esistente, nei fatti o nelle idee.

Il vuoto non ha questo potere o questa cattiveria. Il vuoto possiamo accoglierlo, soprattutto quando arriva dopo il pieno, e una volta che lo abbiamo accolto e gli abbiamo fatto spazio, ci ripagherà con le scoperte e sorprese di cui la vita è sempre prodiga.

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Sono Anna

Benvenuti su ChicAfterFifty. Nato 10 anni fa come blog di moda per signore, appunto after fifty. Dopo la pandemia la moda non mi è più sembrata così importante. E allora parlo di libri, di ambiente, di posti belli, di cose belle.

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