Oggi sono all’Assemblea dei Circoli di Legambiente a Rispescia.
È un appuntamento preziosissimo e sono molto felice di essere qui. Mi verranno milioni di idee e magari una diventerà un nuovo progetto. Riempio il mio quaderno di appunti che sono possibilità, estensioni, ampiamenti.
E mi ha colpito molto che il gruppo di giovani dell’associazione abbia dedicato un tempo e uno spazio alla cura; intendendo per cura il rispetto delle regole condivise (tipo fumare nelle zone riservate e preoccupandosi di non infastidire i vicini), la creazione di una stanza di decompressione, la possibilità di esprimere problemi o disagi a persone dedicate d riconoscibili, la presenza nei bagni di alcuni oggetti necessari (cerotti, assorbenti). Sono stata contenta che avessero espresso questi bisogni e fatto in modo che fossero considerati.
Ho sentito la distanza che ci separa, noi signore e signori pensionati boomer e loro giovani. Ho pensato quanto era bello che fossimo lì insieme, così diversi eppure desiderosi di ascolto e scambio.
E ho anche pensato che a noi queste richieste sembrano scontate. Ma forse noi siamo cresciuti con troppe regole e con il desiderio di eliminarle, mentre loto sono cresciuti in in mondo inselvatichito e parecchio selvaggio, e trovano le regole necessarie e benefiche.
Del resto le regole è vero che servono, a patto che siano condivise e non imposte dall’alto, cambiabili e non immutabili, connesse alla realtà e non semplice tradizione.








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