Ora sappiamo che l’estate è una stagione meravigliosa, perché contiene le vacanze ed è piena di sole e anche perché è breve. Ma dal punto di vista dell’abbigliamento è anche piena di trappole. Soprattutto quando parliamo di signore e signori after o intorno ai fifty.
E cominciamo dai signori.
Per i quali una delle tentazioni più irresistibili, ma a cui assolutamente non cedere per nessuna ragione al mondo, sono i pinocchietti.
Ora già il nome, “pinocchietti”, dovrebbe farci pensare. Pinocchio aveva i pantaloni troppo corti, perché era cresciuto e povero, non per scelta. I pinocchietti sono dei pantaloni da ridere, da spiaggia, da bambini. Vedere signori di una certa età e magari anche di una certa panza (che li fa uomini di sostanza, per carità) che se ne vanno in giro nel centro storico di una città che è la loro (che sulle mise da vacanza torneremo ma per ora chiudiamo un occhio), con indosso una maglietta non stirata, un paio di pinocchietti e magari delle ciabatte di plastica… è veramente un triste spettacolo. Soprattutto quando i suddetti signori ritengono di essere “vestiti”. Diciamo che sono vagamente coperti…
Come avrete capito dopo i pinocchietti nella lista nera vengono le ciabatte. Quelle con la fascia, di plastica. Non sono scarpe. Non sono infradito. Non sono Birkenstock. Le ciabatte si portano in piscina, si portano in casa (anche no). Tristi. Lo so che le hanno fatte anche gli stilisti, ma sono tristi pure quelle degli stilisti. Per di più, non molti di noi possono vantare dei bei piedi. E arrivati a una certa età, visto che ai piedi abbiamo fatto sopportare di tutto, i piedi non sono un grande spettacolo. Quindi ci si può benissimo mettere delle scarpe. Delle Superga, delle All Star, delle espadrilles. Se proprio proprio si vogliono tenere liberi i piedi, ci sono dei bei sandali (i migliori sono quelli da frate, di cuoio) e soprattutto ci sono podologi e pedicure che sono più che felici di sistemare i piedi dei signori come fanno con quelli delle signore.
E ora mi direte ma i bermuda? Allora i bermuda sono sicuramente da vacanza, mare montagna campagna città d’arte, ma hanno una loro dignità, che ahimé manca ai pinocchietti. Intanto i bermuda sono una cosa chiara: pantaloni corti. Nessuno ha dubbi in merito. I migliori sono i classici khaki, o anche blu, verde militare; semplici, di un bel cotone, con le pinces e il risvolto. Stanno bene con la camicia o la polo dentro e una cintura di cuoio, o anche fuori, così come con una T-shirt sopra. Li potete mettere con le sneakers, con le Timberland da barca. Con i bermuda siete vestiti. Anche se vi mettete dei Birkenstock, delle Crocs, degli infradito, i bermuda vi danno una certa allure.
E ora solo un’ultima cosa. Non tutti sanno stirare, non tutti ne hanno voglia. Io per prima stiro solo ogni tanto. Ma le camicie, se non ve le sapete stirare voi, portatele da qualcuno. E le magliette piegatele subito, appena le ritirate dallo stendino. Ci vogliono cinque minuti in più, ma se poi le impilate per bene una sull’altra è quasi come se fossero stirate. Perché tutto stropicciato no, non si può guardare.
Buon weekend!
Anna da Re
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