Da Durango parte un treno, che sale a Silvertone lungo un canyon a tratti profondissimo, e il treno passa proprio sul bordo… una volta era un treno a vapore e portava oro e argento dalle miniere giù in città. Ora è un treno per turisti, molto spettacolare e molto piacevole.




Silverton è un paesetto con qualche museo e non riusciamo neppure a bere un caffé. Ma ci siamo portate un picnic e andiamo in un parchetto verso la fine del paese. Siccome fa freddino io passeggio intorno al parchetto, e vedo la scritta Parco dell’emigrante, e una sorta di monumento ai caduti, su cui sventola una bandiera italiana… e beh siccome siamo andati ovunque siamo venuti anche qua. Per la precisione sono venuti i tirolesi trentini, a cui Silverton è grata per il contributo dato nella costruzione della città. Ci sono sempre tante storie, dentro la storia.


Alla stazione c’è un negozio, e vedo una felpa molto carina che decido di comprare. Alla cassa c’è una signora parecchio più anziana di me che come sapete già non sono più giovane, che ha appena finito il training e fa un po’ fatica con la mia carta di credito italiana. Ha i capelli bianchi ed è chiaro che è già in pensione. Ma qui continuerò, a vedere personale palesemente pensionato. Non solo nei musei o nei parchi, in cui fanno diverse forme di volontariato; ma anche nei supermercati e nei negozi normali.

E intanto gli aspen diventano d’oro, ea Durango cominciano a riempire le mongolfiere per il festiva di domani. Noi andiamo a casa.









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