A Cortèz abita mia nipote Agnese. Si è trasferita qui negli Stati Uniti da qualche anno. Con impegno e detrminazione ha preso la licenza di veterinaria (si era laureata in Italia) e da poco ha rilevato un piccolo ospedale per animali a Dolores, un paesetto vicino a Cortèz, dove ha preso una casa con parecchio terreno attorno. Ha 3 cani, 3 gatti e 1 capra. Per ora

Le case sono di legno e cartongesso. Hanno sempre un’aria piuttoso provvisoria. Sono grandi e comode, in generale, ma se guardi bene i dettagli tutto è di plastica, fatto un po’ alla carlona, senza la precisione e cura a cui siamo abituati. Hanno quasi sempre il giardino, però, e in questi stati del sud in cui il sole splende pet almeno 300 giorni all’anno, beh, un giardino te lo godi.

Anche io e mia sorella abbiamo pranzato in giardino. E poi siamo andate in un bel negozio di lane, dove si tengono vari corsi e si impara a fare dei bellissimi berretti. Compro il libri in cui c’è un berretto per ogni parco degli Stati Uniti. Mia sorella li vorrebbe tutti. Io non amo molto fare i berretti. Si troverà la quadra?

Non oggi. In cui però preparo una vellutata di zucca, senza Minipimer e con un fuoco lento e inefficiente. Ma viene buona. Mentre buttersquash è così duro che mi rifiuto di affrontarlo.


Una replica a “Cronache di un’America minore #5”

  1. Avatar Roberto Borri

    COMMENTO AL SECONDO CAPOVERSO

    Negli Stati Uniti d’America, ma anche nella nostra Europa, fuori d’Italia, la casa non è considerata un valore cui dedicarsi, sacrificando altro, tanto è vero che molti Cittadini risiedono in abitazioni in affitto, considerando anche il maggior tasso di mobilità, anche su distanze considerevoli. Per noi Italiani, invece, è un progetto da coltivare, poiché, seppur amanti del viaggiare, siamo fortemente radicati al nostro areale, dove sono parenti ed amici.

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