L’America triste di Trump

Sono appena tornata dall’America, e le domande di amici e conoscenti su Trump e le elezioni, domande a cui ovviamente non so rispondere, mi hanno dato da pensare.

Mi succede sempre che le impressioni di viaggio mi arrivano dopo che sono tornata. È come se tutto quello che ho provato e sentito avesse bisogno di tempo e di distanza per prendere una forma raccontabile.

Allora la sensazione che mi è rimasta, forte e nitida, è che l’America di Trump è triste. Desolata.

Case mal tenute, con il terreno intorno pieno di rottami, elettrodomestici, auto, camper che non funzionano più. Negozi chiusi. Prodotti scadenti, plasticaccia, vestiti che sono stracci. Luccichio che dura una notte e il giorno dopo è già spazzatura.

Abbiamo affittato due case, con mia sorella. La prima a Cortez, che è una cittadina senza pretese. La casa era dignitosa, funzionale. Un po’ sporca. La seconda era a Moab, una località di villeggiatura parecchio nota e in grande crescita. Lì la casa, descritta cone townhouse e magnificata come un’esperienza quasi psichedelica, era apparentemente carina. Poi guardando meglio: la porta del bagno, scorrevole, aveva le guide solo in alto, e più che scorrere dondolava; lo scaldabagno era in bella vista e occupava un terzo del bagno; i letti erano alti e ci si affondava, e i cuscini erano così imbottiti di plastica che mi è venuto il torcicollo; le posate si piegavano con la forza del pensiero e i coltelli tagliavano con un’inclinazione di 46 gradi; nonostante la casa fosse per 6 persone, c’erano solo due sedie al bancone della cucina, e non ce ne sarebbero state di più. Quello che mi ha colpito, e non per la prima volta, è la discrepanza estrema tra la promessa e la realtà. Voglio dire, un po’di overpromise ci sta. Ma quando si investe tutto nella promessa, quando la promessa diventa la realtà, il risultato è la delusione. Che è triste.

Poi certo resta quella natura magnifica e grandiosa, restano le persone perbene che mandano avanti il mondo, restano le minoranze che cercano una vita migliore, restano tutti quelli che hanno votato Harris e sono moltissimi. Resta tanta bellezza e speriamo che alla lunga vinca sulla bellezza

2 risposte a “L’America triste di Trump”

  1. Avatar Patty Leone
    Patty Leone

    Veramente ciò che è descritto qui è l’America triste di Biden non di Trump…

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    1. Avatar Anna da Re

      è l’America che ha votato Trump

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Sono Anna

Benvenuti su ChicAfterFifty. Nato 10 anni fa come blog di moda per signore, appunto after fifty. Dopo la pandemia la moda non mi è più sembrata così importante. E allora parlo di libri, di ambiente, di posti belli, di cose belle.

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