Ricevo pochi commenti, ai miei post, sia sui social che sul blog.
Per fortuna.
Perché purtroppo la gran parte, la stragrande maggioranza dei commenti sono fastidiosi.
Non perché esprimono un’opinione diversa. Ma perché hanno poco o nulla a che fare con il contenuto del post.
Spesso chi commenta non ha letto il post, commenta il titolo o l’immagine. Che poveri titoli e povere immagini, mica possono riassumere tutto. Se una cosa si può dire in 3 parole ne usiamo 3. Se ce ne vogliono 20 o 40 o 1.000, il titolo è solo un’inizio, uno spunto, una suggestione.
E spesso sono i commenti che vengono letti, al punto che il contenuto del post si trasforma e deforma in quello dei suoi commenti.
È chiaro che chi commenta aveva lì pronta quella cosa da dire e non aspettava altro che un’occasione per sputarla fuori. Ed è chiaro che a molti mancano i luoghi o i contesti per esprimersi. Ma a molti non piacciono le regole, della conversazione e dello scambio, e il poter buttare lì qualcosa senza troppo pensare, riflettere o approfondire piace invece molto. Insomma siamo un passetto prima di “Wilma, dammi la clava!”
E questo chiassoso Bar Sport che sono i social è il trionfo del pugno sul tavolo, interrompere il proprio prossimo mentre parla, parlare a sproposito, alzare la voce.
È questo che infastidisce. Già.








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