Grazie al mio amico Edoardo Rialti che mi ha dato l'ispirazione: mi sono ricordata anch'io dei miei nonni, di una parola, di quanto le memorie famigliari siano parte di noi
Questo post mi è stato ispirato dal mio caro amico Edoardo Rialti. Mi ha scritto ieri dicendo che oggi ci sarebbe stata una sorpresa sul giornale sul quale scrive, Il foglio.
E infatti c’era: ha scritto un pezzo sui suoi nonni, i suoi 5 nonni, e su quello che gli hanno lasciato (molto, e prezioso, di fatto, e potete leggerlo anche voi).
Così ho pensato ai miei nonni. Poco tempo fa avevo trovato una foto dei miei due nonni insieme. Penso che sia l’unica foto che li ritrae insieme, visto che vivevano in città diverse e non si incontravano spesso. Sono stata molto felice di aver trovato la foto, e l’ho incorniciata e la vedo quando passo davanti alla mia nuova libreria.
E poi, siccome la memoria ha le sue strade, che la ragione non conosce e non frequenta, mi è ritornata alla mente una parola: suppellettile. Parola caduta in disuso, ormai. Parola che mio nonno Carlo usava per parlare di se stesso in famiglia. Diceva che per i suoi era una suppellettile, anche se di lusso. Non so se si sentisse davvero così o lo dicesse per ricevere qualche attenzione in più. Non lo sapremo mai. Però con quella parola si è assicurato un posto indelebile nella storia della famiglia e nella mia memoria. Inoltre, la mia casa è piena di suppellettili (non tutte di lusso, ma certo provenienti dalle varie case di famiglia) che resteranno con quel nome e associate a lui.
Ma le parole servono a questo, no?
E la moda? Mi sono dimenticata che questo è un fashion blog e che dovrei magari dare anche dei consigli di moda?
Beh, oggi sono in mood dress down Friday: pantaloni anni settanta di velluto, T-shirt di lana viola e cardigan fatto a mano super caldo. Più i Blundstone.
Consiglio di moda: approfittate dei saldi per comprarvi dei cropped pants e una gonna plissé!
Buona giornata!
Anna da Re
Rispondi