Per ragioni di etica professionale, di solito non parlo di libri. Faccio delle eccezioni per dei libri o meravigliosi o di grande valore etico e morale. Tanto che in questo blog la moda e il fashion sono un po' una scusa per parlare d'altro l'avete capito, e forse proprio per questo mi seguite. Quindi oggi vi parlo di Il bene possibile di Gabriele Nissim. Libro bello e importante, pubblicato da Utet. Me lo ha mandato l'autore stesso con una bella dedica.
Ci siamo conosciuti tempo fa e grazie ai libri, con Gabriele Nissim, il creatore del Giardino dei Giusti, grande lottatore, tenace, instancabile.
Una decina di giorni fa mi ha mandato il suo ultimo libro, Il bene possibile.
Se è vero che gli scrittori scrivono sempre lo stesso libro, è vero che Gabriele scrive sempre del bene. Ne scrive bene, e alla fine dei suoi libri ci si sente meglio, pensando anche che forse anche noi potremo fare del bene.
Quest'ultimo libro l'ho trovato particolarmente avvincente e coerente.
Il bene possibile è il fatto che per fare del bene non c'è bisogno di essere dei santi o degli eroi, di essere perfetti e integri. Nessuno di noi lo è o lo può essere. Ma tutti noi, in date circostanze, possiamo trovarci di fronte al bivio: fare del bene o fare del male. E se scegliamo di fare del bene, di salvare qualcuno, di aiutare qualcuno, quel bene che facciamo non solo è di fondamentale importanza per l'umanità tutta, ma ci farà sentire meglio. Potrà essere un esempio contagioso. Potrà portare qualcun altro a scegliere il bene invece che il male.
Gabriele lo racconta attraverso esempi che vengono da situazioni estreme del passato e del presente: da chi ha salvato degli ebrei durante il nazismo a chi ha salvato delle persone durante gli attacchi dei terroristi islamici. Tutti i giusti la cui storia viene raccontata ne Il bene possibile sono uomini normali, che non si sarebbero definiti giusti o buoni, ma che quando si sono trovati di fronte alla possibilità di salvare solo la loro vita o anche quella degli altri, hanno scelto di cercare di salvare anche la vita degli altri. Non l'hanno fatto per ragioni ideologiche o teologiche, l'hanno fatto perchè gli sembrava la cosa giusta da fare in quel momento. Perchè dentro di noi ci sono il bene e il male, c'è la capacità di giudizio, e se in una situazione, anche drammatica, riusciamo a restare lucidi, riusciamo anche a scegliere il giusto.
So che sto semplificando molto quello che c'è nel libro, ma trovo che il messaggio veramente fondamentale del libro sia proprio quello che non bisogna essere sempre buoni per fare del bene. Che non fanno del bene solo i grandi e solo gli eroi, ma tutti noi possiamo farlo.
E' un messaggio che da un lato dà un grande sollievo, perché tutti sappiamo che non riusciremo mai ad essere perfetti, dall'altro lato ci dà anche un senso di responsabilità e possibilità positiva: ognuno di noi, seppure nel suo piccolo, può fare qualcosa che fa la differenza.
Se avete voglia di imparare qualcosa, anche e soprattutto su voi stessi, Il bene possibile sarà una bella lettura. E se avete voglia di scoprire di più su Gabriele Nissim, il suo sito è Gariwo
Anna da Re
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