Le soddisfazioni arrivano sempre quando e da dove non te l’aspetti.
Ieri ho scritto quel che penso del dilagare del mito del riordino di Marie Kondo e ho avuto un gran traffico sul blog. Che già di per sé è una grande soddisfazione.
E poi stamattina ho visto un pezzo di Rivista Studio sulla serie Netflix e il libro di Marie Kondo. Certo, direte voi, mica l’hai scoperta tu Marie Kondo. E infatti. Quello che mi è piaciuto è che il senso, il tono dell’articolo erano simili al mio. Nel cogliere l’aspetto inquietante di questo improvviso bisogno di svuotare case e armadi, riporre tutto nelle scatole, non vedere più intorno a sé nessuna traccia di sporco, di confusione, di umanità e di vita, alla fine.
Insomma non sono solo io a dubitare del senso di un ordine formale, che viene dall’esterno e non corrisponde a un’esigenza interna.
Ricordo infine alcuni altri usi della parola ordine in italiano: ordine religioso, forze dell’ordine, ripristino dell’ordine costituito, senza dimenticare il movimento Ordine nuovo, dichiaratamente fascista. Direi che potrebbero basta per diffidare dell’ordine, non credete?
Buona giornata intanto!
Anna da Re
Vado subito a fare un po’ di casino in giro perchè comincio ad avere paura 🙂
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e hai ragione!
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