I vestiti nei libri: Nel silenzio delle nostre parole di Simona Sparaco

Non scrivo quasi mai recensioni o commenti ai libri che leggo. Soprattutto quando i libri sono appena usciti, materiale sensibile, occhi puntati, destini da compiersi.

Però ho accettato di partecipare a un review party, organizzato da Chili di libri con Read and Play, Graphe, L’arte raccontata nei libri, in cui il libro sarebbe stato trattato sotto l’aspetto moda, vestiti, chic, stile e simili. Nella rubrica Outfit letterari, in cui scrivo ogni tanto di vestiti nei libri.

È difficile parlare, di vestiti nei libri. A volte è più facile parlare dei vestiti degli autori dei libri, soprattutto quando sono morti, iconici, fermati per sempre in un’immagine che ci aiuta a riconoscerli. I vestiti dei protagonisti alle volte sono descritti con grande dovizia di particolari, alle volte non sono descritti affatto. E la nostra immaginazione segue le indicazioni dell’autore e poi fa da sola.

Non sapevo nulla del libro scelto per il review party. Nel silenzio delle nostre parole di Simona Sparaco, quando l’abbiamo scelto. E quando l’ho letto ho pensato, sinceramente, che una storia così drammatica non si prestasse a un esercizio ozioso e frivolo come immaginare come sono vestiti i protagonisti.

Eppure i vestiti non sono soltanto esteriorità, o comunque è un’esteriorità che esprime qualcosa che sta dentro.

Ecco allora alcuni dei protagonisti del libro, come me li ricordo e come li ho vestiti io nella mia personale lettura.

Alice ce la immaginiamo imbacuccata, con un berrettone di lana grossa e uno sciarpone che non riesco a nascondere la sua bellezza e la felicità di quello che a Berlino ha trovato; Matthias per me ha la barba e lo chignon, è uno di quei ragazzi belli belli che mi fanno pensare sarebbe bello essere giovane adesso, adesso che i ragazzi portano i capelli lunghi senza essere hippie, e si vestono grunge ma ricercato. Polina ha i leggings e una maglietta consumata, come una ballerina sicura del suo fisico anche se lei ora non lo è più tanto, ora che ha un bambino che non sa come prendere. E Haya non vuole che la si prenda per una ragazza qualunque in cerca di fidanzato, no no no, vuole piuttosto raccontare quanto è tosta e quanto sceglierà lei quello che vuole essere. Quanto a Bastien che alla fine farà la parte dell’eroe, Bastien è proprio vestito male, e con la pelle scura e i tratti da mediorientale è sicuro che lo scambieranno per un terrorista, l’abito non fa il monaco ma qualche volta sì.

E quindi sì, i vestiti ci sono nel libro, quelli descritti dall’autrice e quelli che ci ho aggiunto io. E no, non ne potremmo fare a meno.

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Buona lettura a tutti!

Anna da Re

 

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