È martedì e sono appena ritornata da un’esperienza bellissima, il Congresso Nazionale di Legambiente, ma questi due giorni mi hanno così triturato che mi sembra che tutta le bellezza che mi ha circondata sia stata erasa completamente.
Facciamo tre respiri.
Comincio a dirvi perchè è stato bello, per me.
Mi sono sentita bene. Per un po’ non me ne sono neppure accorta, sapete come succede, quando stiamo bene non ci pensiamo, è naturale, è ovvio. Poi a un certo punto, erano anche passate un po’ di ore e mi sono detta ma guarda come sto bene. Ma guarda questa associazione in cui ci sono così tante persone e diverse una dall’altra, eppure uno parla e tutti ascoltano. C’è del rispetto per il pensiero di ognuno di quelli che il loro pensiero lo vogliono raccontare. Certo, è tutto molto strutturato e organizzato, ci si iscrive per parlare, c’è un timer che ti indica quando il tuo tempo sta per finire. Ci sono degli invitati, il sindaco di Napoli, il ministro dell’ambiente, il presidente della Camera, una scienziata oceanografa di fama mondiale. don Luigi Ciotti. Molto applausi, qualche standing ovation addirittura. E ognuno declina a modo proprio #iltempodelcoraggio (di cui vi parlerò in un altro post).
Ma soprattutto c’è un clima. Un clima di accoglienza e accettazione. Un clima per cui a chiunque chiedi qualcosa ti risponde gentilmente, con calore e disponibilità. Un clima libero da prestazioni e performance, gelosie, questo è il mio lavoro e non il tuo, eccetera eccetera. Un clima di entusiasmo per quello che stiamo facendo, di convinzione, di slancio. Un clima contagioso ma che ognuno di noi ha contribuito a creare.
Eppure non è che stiamo affrontando temi semplici. Se l’ambientalismo è diventato qualcosa a cui tutti sembrano interessati, è semplicemente perché siamo arrivati, a livello di clima metereologico, al punto in cui l’evidenza non si può più negare. C’erano emergenze in tutta Italia, mentre noi parlavamo di emergenza climatica. E le soluzioni, che pure ci sono, richiedono tantissimo lavoro.
Però gli stessi uomini e le stesse donne (me compresa) che si spazientiscono con i colleghi, si arrabbiano nel traffico, sbuffano ai contrattempi della vita, quegli stessi uomini e quelle stesse donne sono anche disposti a sacrificare non solo un weekend ma parecchi giorni e ore durante la loro vita, per fare qualcosa che ritengono così importante da non volere una retribuzione e così cruciale da volerlo fare a tutti i costi.
Forse sta in questo, la bellezza di Legambiente.
Buon pomeriggio!
Anna da Re
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