Come vestirsi: se ci fosse la giornata delle donne nella letteratura

Ormai c’è una giornata per tutto. La gentilezza, le malattie, la terra, l’acqua. Un paio di giorni fa era la giornata delle donne nella scienza.

Forse ci sarebbe bisogno anche di una giornata delle donne nella letteratura.

Perchè nel mondo delle lettere e dei libri i paradossi su uomo e donna, rappresentanza, potere, influenza sono veramente al top.

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Non molto tempo fa c’è stata una polemica sulle influencer di Instagram, che si permettono di fotografare i libri e raccontarli e dire se gli sono piaciuti o no senza chiedere il permesso a nessuno, senza avere un titolo come quello di giornalista. Si permettono pure di essere influenti, di indurre qualcuno o più probabilmente qualcuna a comprare un libro, e quindi le case editrici si sono accorte di loro e si permettono di inviargli dei libri da leggere. È uno scandalo che deve finire! Ma è anche un purchè se ne parli, e quindi alla fine non escludo che le influencer dei libri ne abbiano guadagnato in visibilità. E questa è una buona notizia.

Ma ce ne sono di meno buone. Il libraio pubblicava qualche giorno fa l’amaro commento di un professore sul fatto che al concorso per insegnanti di letteratura italiana, su 42 autori da studiare, uno solo è donna. Che è poi Elsa Morante, cosa che mi fa piacere perché ritengo che la sua grandezza e bellezza siano state finora sottovalutate. Ma il paradosso che “le donne sono quelle che studiano di più, ma quelle che sono meno studiate” è uno dei tanti con cui noi signore afer fifty, ma pure le ragazze, dobbiamo fare i conti.

Del resto, mi direte voi, di cosa ti stupisci se a Sanremo su 24 cantanti in gara, solo 6 erano donne. Non stiamo parlando proprio di rocket science…

E allora che fare? Direi che bisogna andare avanti. Continuare a lottare, ognuna nel nostro piccolo e nel nostro mondo. È faticoso, lo so, soprattutto di venerdì e dopo una settimana intensa… ma intanto mettiamoci una maglietta a righe e sorridiamo!

Buon weekend!

Anna da Re

 

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