Ognuno ha i suoi demoni e non è certo questo il luogo per mettersi a raccontarli. Nè sono così interessanti per gli altri, per quanto per noi sia fondamentale conoscerli.
Ma visto che questo è un diario, e che la lontananza produce un’intimità di qualità diversa ma di una sua profondità, vi racconto di ieri.
Come sapete sto provando a fare dei video in cui spiego e soprattutto faccio vedere come si lavora a maglia. Gli strumenti non mi mancano: ho un portatile, un telefono, un iPad, un telecomando. Ma devo fare un inquadratura dall’alto e di spalle, per permettere a chi mi vede di guardare i movimenti dalla stessa prospettiva da cui poi li dovrà eseguire. E sono sola.
Mi sono detta, e forse l’ho detto anche a voi, che la necessità aguzza l’ingegno. E così ho fatto vari tentativi, ho provato con il telefono e con il computer, ho spostato oggetti e ho tampinato sorella e amiche con delle prove, nel disperato tentativo di fare un video decente. Non avevo, non ho, aspirazioni artistiche o professionali. Si tratta veramente di un video di spiegazioni.
Ma non ci sono riuscita. E mi sono arrabbiata. Moltissimo. Ero davvero furibonda. E non è che me la potevo prendere con qualcuno! C’ero io e ancora io. Con i miei limiti. Quelli oggettivi e quelli personali. Con le mie incapacità. Con le mie pretese.
Perchè ci sono delle cose che non si riescono a fare. Ci sono cose che non si possono fare. Cose che non si possono fare da soli. Cose che richiedono strumenti che non abbiamo. Perché bisogna capirlo e accettarlo e solo dopo si può trovare un’altra strada per arrivare dove vogliamo.
Comunque ieri, dopo questo attacco di furia ho detto un paio di parolacce e ho spento tutto. Ho cenato, ho preso un libro che sapevo essere bello. Stamattina ho messo in ordine la mia stanza, ho messo in ordine la scrivania e lo studio (che ieri nella furia di trovare un modo per girare quel video avevo fatto un gran disordine), sto mettendo ordine dentro la mia testa. Sgrombrare, pulire, riporre, alleggerire quello che mi sta intorno mi guida verso un ordine interno che mi serve come l’aria.
Sono i miei antidoti. Se poi riuscitò a fare i video in questo momento non lo so. Se smetto di pensarci ossessivamente magari una soluzione all’improvviso mi viene in mente. Dicono che le persone creative sono quelle che sanno convivere con i problemi, che se li tengono dentro finché non hanno trovato una risposta che li soddisfa.
Chissà. Intanto vi auguro buona giornata!
Anna da Re
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