Ci siamo anche chiesti, noi di Legambiente, come mai tra tutte le iniziative che vengono fatte Puliamo il mondo sia quella che raccoglie più adesioni e che funziona meglio. E non abbiamo trovato una risposta.

Ce ne sono diverse, di risposte. Alcune semplici, come il fatto che tutti vediamo lo sporco intorno a noi, per le strade, nei campi di fianco alle strade, lungo le ciclabili e lungo i canali, ma siamo da soli, non abbiamo i guanti, stiamo facendo altro, non sappiamo dove mettere quei rifiuti, e tiriamo diritto invece di fermarci. O che quando c’è qualcuno che organizza, è facile aggregarsi. Oppure che fare le cose in compagnia è più bello che farle da soli.

Ma sicuramente c’è anche un bisogno profondo, di pulizia in tutti i sensi. Di pulizia anche dall’inutile, dall’ingombro di oggetti ma pure di immagini, di impegni, di obblighi, di falsi doveri e di falsi divertimenti.
Così una cosa che nella pratica consiste nel raccogliere i rifiuti che la gente lascia in giro (e non avete idea di quello che si trova, cuscini di divani, pezzi di motore, oggetti misteriosi, tutto lungo il canale Villoresi a Monza, luogo che si può percorrere solo in bici o a piedi, che vuol dire che le cose ingombranti sono state portate lì deliberatamente e con fatica), evoca tutto un lavoro che magari non riusciamo a fare, ma che sappiamo ci farebbe bene.

E credo che la sensazione di benessere che si prova dopo aver pulito, ci se la possa portare dietro, e che magari possa far pensare che sì, fare pulizia in tutti i sensi fa bene all’anima.
Buona giornata!
Anna da Re
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