Questo è un tema sul quale ritorno e non smetterò mai di ritornare, perché ci credo davvero davvero e perché, ogni volta che lo sento dire da un autore, lo capisco di più. E credo non ci sia fine a questo capire di più.
È cominciato il festival di Mantova e tra gli ospiti c’era Suad Amiry, scrittrice palestinese di cui poco tempo fa ho letto Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea. Uno di quei libri che lavorano sotterraneamente. Lo finisci di leggere e ti è piaciuto, ma poi continua a tornarti in mente. Perché con grande leggerezza, ironia e garbo racconta l’inizio dell’occupazione della Palestina da parte di Israele, e la distruzione e il disastro che ha portato con sè. Una di quelle questioni di cui tutti sappiamo qualcosa ma non abbastanza, su cui periodicamente ci sono discussioni infuocate, ma che nessuno ha la più pallida idea di come risolvere.

E ieri Suad Amiry ha incontrato, virtualmente of course, alcuni blogger, quelli con cui lavoro meravigliosamente e da tanto tempo. Quelli che fanno le domande intelligenti da lettori intelligenti, e che quando è finita l’ora in cui hanno chiacchierato con l’autore io sono arricchita e grata a tutta questa bellezza alla quale posso assistere. Che sia il mio lavoro è un privilegio, anche questo ve l’ho già detto.

Suad Amiry è stata un’attivista politica, e ha cominciato a scrivere a 50 anni e per caso. Ma la grande scoperta che ha fatto è che se scrivi un libro e racconti la storia della tua terra e del tuo mondo, le persone che imparano qualcosa, a cui si aprono gli occhi su una questione di cui non si erano mai occupate, i cui pensieri si modificano, sono molte di più di quelle che puoi raggiungere con la politica. Anche e soprattutto quelle che di politica non si occupano, ma che le decisioni politiche poi le prendono, nel loro piccolo.
Poi era così appassionata, così simpatica e piena di empatia, Suad Amiry, che sono stata proprio felice di averla potuta ascoltare, pur non essendo andata a Mantova.
E voi avete un altro libro da leggere, lo so che la vostra lista si allunga ma vi farei vedere la mia…
Buona giornata (e domani vado a Mantova anch’io, così magari ho qualcosa d’altro da raccontarvi)
Anna da Re
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