#pandemia fase 2. Sognando un santuario

Credo che sappiate, o che possiate facilmente dedurlo dalle cose che scrivo, che non sono una persona particolarmente religiosa. Nel senso che non pratico e meno che mai predico nessun credo religioso. Il che non mi impedisce di conoscere il valore della spiritualità, del bisogno di sentire e stare in contatto con ciò che non si vede ma sentiamo profondamente.

Forse è per questo che da sempre mi affascinano i santuari. Che in genere si trovano in posti bellissimi, che spesso sono opere maestose e antiche e magnifiche, e che essendo luoghi dello spirito emanano una calma, una serenità e una pace che spesso vado cercando e che lì, almeno per un po’, si riesce a trovare.

Sant’Antimo è uno dei miei luoghi del cuore. L’Abbaye du Thoronet in Provenza è un posto dove non vedo l’ora di tornare, quando riapriranno le frontiere. All’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore in Toscana sono stata quest’estate.

Man mano che ci penso, mi rendo conto che le mie visite alle abbazie sono state frequenti, molto volute ma anche spontanee. Mi viene in mente che una volta parlavamo con mia sorella e Sue, un’amica americana, e lei ci diceva certo che voi europei siete fissati con le terme, ogni vacanza che fate andate a cercare delle terme. E io e mia sorella le dicevamo, ma no, è un caso, è che ne abbiato tante. E poi abbiamo cominciato a pensare alle nostre vacanze e viaggi insieme, e c’erano sempre le terme. Scelte o capitate per caso, non mancavano mai.

E ora che penso ad abbazie e santuari, mi rendo conto che è un po’ come le terme. E anche qui a Monza c’è un bellissimo santuario, quello delle Grazie Vecchie. Sta un po’ nascosto dietro al parco, dà il nome a una zona residenziale molto bella, e ogni tanto con la bici mi ci avvicino; d’estate entro anche nel giardino, e basta oltrepassare il muro di cinta per percepire un’atmosfera diversa, mi siedo e mi riavvicino a me stessa.

E poi pensavo, ai tempi della peste i conventi e le abbazie erano gli unici posti dove si stava sicuri. Isolati, raccolti e concentrati, dediti al lavoro. Un confinamento, esatto. Sounds familiar???

Buona giornata

Anna da Re

2 risposte a "#pandemia fase 2. Sognando un santuario"

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  1. Santuari ed Abbazie, restauri mal condotti permettendo, sono scrigni d’arte e, nel nostro bel Paese, in quello siamo maestri. Non di rado, c’è pure la possibilità di elevare lo spirito sedendo all’Organo, ma, purtroppo, è più facile trovare Strumenti di valore all’estero che non in Italia, poiché molti sono stati malamente rimaneggiati o sostituiti con altri di fattura moderna.

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