Sta per calare il sole e io non ho ancora cominciato questo post. Che cosa vi racconto? Altre piccole cose belle!
Stamattina mi sono concessa un giretto al mercato. I mercati mi piacciono moltissimo. Mi piace vedere la gente che li frequenta, ascoltare i commenti e le conversazioni; mi piace quella comunanza che nasce dal poco spazio, la signora che si prova le scarpe tenendosi in equilibrio al bancone, quella che confronta due pantaloni e non sa dove mettere i sacchetti, quei sorrisi che ci si scambia senza conoscersi, solo perché si è lì a cercare qualcosa di carino a un prezzo ragionevole o addirittura conveniente. Qui a Monza mi piace in particolare un banchetto piuttosto modaiolo ma molto carino, e uno di scarpe di campionario: anche senza comprare niente, è bello guardare e pensare mi piace? non mi piace? mi starà bene? quasi quasi… Era freddo, ma c’era il sole, sono andata con la bici, mi sono anche fermata a bere il caffè nella torrefazione che c’è lì vicino dove lo fanno buono e in delle tazzine molto alte e non roventi e proprio comode.
E poi dopo pranzo, che avrete capito che il lavoro è meno pressante in questo mese e possiamo esercitare il cervello, ho letto La lettura, che era uscita domenica ma non avevo trovato il tempo di guardarla. E c’era un’intervista a Thomas Piketty, sul libro Una breve storia dell’uguaglianza. Forse vi ricordate che si è parlato di lui quando è uscito “Il capitale nel XXI secolo”, un libro che ci aveva fatto ricordare di Marx dopo tanto tempo e che era stato così ferocemente criticato da pensare che davvero avesse colpito nel giusto. Io naturalmente ho comprato il libro, ma non l’ho mai letto e alla fine l’ho prestato a una mia amica laureata in economia che lo sta leggendo con fatica, a detta sua. Questo ultimo libro mi sembra più alla mia portata, e anche l’intervista mi ha dato l’idea che sia un libro da sociologi. La cosa bella, che emerge dall’articolo e che mi sembra caratterizzi Piketty, è la capacità di avere una visione. Oltre alle analisi, oltre all’osservazione, oltre allo studio, c’è bisogno di immaginarla, la realtà. Se manca la prospettiva, se manca l’idea di dove vorremmo arrivare, come facciamo a progredire?
E quando pensate che La lettura sia finito, e come me avete guardato sì e no le due pagine di graphic novel che è proprio un modo di raccontare fuori dalle mie corde, quando pensate che non ci sia più niente invece trovate un bell’articolo di Piperno su William Styron. Quello di La scelta di Sophie, che tutti abbiamo visto nella trasposizione cinematografica. Che io non ho mai letto, ma è andato dritto nella wishlist!
E poi tra le mille newsletter che ricevo ogni giorno ce n’era una del Piccolo Teatro che lunedì proietta il docufilm Strehler com’è la notte?, e sono riuscita a prenotarmi. Il ponte di Sant’Ambrogio quest’anno cade bene, come si dice, e abbiamo ben tre giorni di vacanza da aggiungere al weekend. Saranno giorni di lettura e di camminate e di cinema e forse di tennis, giorni senza spostamenti significativi ma in cui ci sarà sicuramente il tempo per fare cose belle.
Buona serata intanto!
Anna da Re
Rispondi