Quel che resta di un libro

Oggi è una giornata particolare per noi lettori, perché è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura. Che spesso ci spiazza, almeno a noi italiani, perché sceglie degli scrittori che qui non hanno mai trovato spazio e ascolto, e che quindi ci fanno sentire ignoranti. Certo ogni lettore è ignorante, perché anche al netto della paccottiglia e dei libri d’occasione e di relazione che vengono prodotti, non è possibile leggere tutto quello che viene pubblicato. Non è nemmeno possibile saperlo, che cosa è stato pubblicato, considerati i limiti di lingua, di circolazione delle informazioni, di tempo e di vita.

Però come ha scritto qualcuno su FB quest’anno ci è andata bene, perché è stata premiata la signora Annie Ernaux, tutta tradotta in italiano e comunque francese e riconosciuta e con persino un film tratto da un suo libro, La scelta di Anne (L’évenement). Film molto bello, tra l’altro, che ho visto l’anno scorso e ricordo in modo quasi sorprendente.

Ed è in realtà a proposito di ricordo, o meglio di cosa si ricorda di un libro, che avevo deciso di scrivere un pezzettino oggi. Che naturalmente del Nobel non mi ricordavo, fino a che non l’hanno annunciato.

Ora io sono una che non ha una gran memoria. Ma con i libri mi succede una cosa strana. Capita che leggo un libro e lì per lì mi piace. Poi lo finisco, lo chiudo e passo ad altro. Ma il pensiero di quello che ho letto qua e là ritorna, evocato da circostanze e coincidenze varie. E più ci penso e meno il libro mi piace. Al punto che mi chiedo che cosa mi sia piaciuto sul momento.

Altre volte mi succede il contrario. Che durante la lettura non sono molto convinta, e magari resto poco convinta fino alla fine. Poi però il libro mi resta dentro, fa un lavorio sotterraneo ed emergono aspetti che durante la lettura non avevo notato. Un calore affettuoso, per esempio. Una traccia di felicità. Un sapore di buono. È molto bello, quando succede.

Per cui quel che resta dei libri non è scontato. Può non restare nulla e può restare qualcosa di buono. Capita pure che resti un’irritazione, un fastidio che non se ne va.

Chissà a voi che effetto fanno, i libri, sul momento e anche dopo.

Se volete dirmelo vi ascolto (anzi vi leggo). Intanto buona serata

Anna da Re

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2 risposte a "Quel che resta di un libro"

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