Di Natali, famiglie, piccoli viaggi, architetture, e un libro

La morte della famiglia fu dichiarata ma non si è mai verificata. La famiglia si è trasformata, rimpicciolita e ogni tanto allargata. È una parola che copre realtà diverse, felicità e infelicità e l’infinità varietà umana. A Natale viene osannata e celebrata come se non ci fosse altro.

Io questo Natale sono partita per un piccolo viaggio termale e dolomitico. Cose e posti che amo, da piccola ci venivo con la famiglia. Con la quale però il Natale era più che un rito un viaggio, saluti veloci, un pranzo da due nonni e una cena da altri due, cugini con cui sarebbe stato bello giocare ma sul più bello bisognava venir via. Sarà anche per questo che il Natale, di cui amo la solennità, i canti, la messa di mezzanotte, le lucine e i pini alti e decorati, il Natale lo posso passare dovunque. E l’ho passato in tanti posti diversi.

Ora che con i social raccontiamo pezzi di vita e documentiamo i nostri spostamenti e i nostri momenti condivisibili, il Natale ha preso una dimensione pubblica che lo rende strano. Perché spesso i social ci ripropongono condizionamenti da cui abbiamo passato la vita a uscire. Come la famiglia, quell’idea appiccicosa, irrealistica, perfetta e impossibile di famiglia.

Ieri sera ho finito di leggere la storia della famiglia Crespi, quella del villaggio di Crespi d’Adda, dichiarato anche patrimonio dell’Unesco. Il libro si intitola Di qua dal fiume, è scritto da Alessandra Selma ed è molto bello. È una storia di famiglia, una grande famiglia di imprenditori visionari e audaci, con un’idea ovviamente patriarcale dell’impresa. Il villaggio che nasce intorno al cotonificio lungo l’Adda è il luogo dove chi lavora nella fabbrica nasce, cresce, vive e muore. E l’impresa è una cosa di famiglia, che senza famiglia non può esistere. Siamo nell’Ottocento, certo, un altro mondo rispetto a ora. Ma non così lontano come a volte sembra.

Ma parlerò del libro un’altra volta.

Ora aggiungo solo che, da un punto di vista architettonico, Bressanone è una delle città più belle del mondo. Sono moltissime le case di Bressanone dove vorrei abitare. Persino troppe.

Ora vi saluto che ho finito il caffè e mi rimetto in viaggio.

Anna da Re

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2 risposte a "Di Natali, famiglie, piccoli viaggi, architetture, e un libro"

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