Qualche altra considerazione su che cosa è troppo. Perché quando devo scegliere una pizza tra 30 del menù prendo sempre la margherita, mentre se si tratta di libri mi lancio in cose sconosciute. E anche nei vestiti sono più avventurosa.
E voi?

Ieri ho scritto sulla troppa scelta nel mercato dei libri.
E i miei amici di Perfect Book ieri avevano replicato che chi ha una pizzeria sa che se si propongono troppi tipi di pizze poi la gente sceglie quelle classiche: un bizzarro risultato! Ma pensandoci è esattamente quello che faccio io: mi leggo tutto il menù, e poi scelgo la margherita!
Non faccio la stessa cosa con i libri, però. Sono più curiosa, o più avventurosa, non lo so, ma spesso compro libri di cui non so assolutamente nulla. Mi fido dell’istinto. Come ho fatto quando ero giovane e ignorante, molto prima di lavorare per un editore, e sono riuscita a scegliermi dei libri bellissimi e che solo dopo ho scoperto essere di culto o importanti se non famosi.
Invece ho avuto un atteggiamento modello pizzeria con l’abbigliamento, per un bel po’: comprando più o meno le stesse cose, gli stessi colori e le stesse forme. Ora sono più avventurosa, seppure attenta al mio stile #50chic!
E quindi che dovremmo fare con il dilemma della scelta?
Perché poi ho pensato anche: e se all’improvviso domani andassi al supermercato e trovassi solo due marche di dentifricio? O tre tipi di cereali? O due modelli di gonna, una lunga e una corta? Non mi piacerebbe, ne sono sicura. E neppure a voi, miei cari followers, vero?
E quindi qual è la corretta dimensione della scelta? Nessuno lo sa, ovviamente. Immagino che le aziende provino a trovare il giusto equilibrio… che come tutti gli equilibri non è statico… e quindi stiamo a vedere come evolve il mondo!
Vi piace la foto di oggi che mostra la stratificazione? Dal pullover grigio alla giacca blu al piumino al cappello di pelo? Con sotto i boyfriend jeans e gli stivaletti neri? A me piace!
Buona giornata!
Anna da Re







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