L'età ridicola di Margherita Giacobino e I colori dell'incendio di Pierre Lemaitre.
Sapete che pur amando moltissimo i libri ne parlo poco qui nel blog, per un conflitto di interessi non resolubile e che va trattato con delicatezza.
Però ogni tanto mi faccio una concessione.
E questa è una ed è pure doppia!
Credo sappiate che sono una lettrice appassionata e anche una di quelle che prendono parte, si schierano, difendono e offendono i libri che leggono.
Tuttavia in questo blog mi sono sempre trattenuta dal parlare di libri.
Non perché i libri non c'entrino con lo chic. Che anzi leggere è molto molto chic: i libri sono oggetti bellissimi, il gesto della lettura è bellissimo, le parole che leggere insegna sono bellissime e utilissime. E poi ci sono gli occhiali, le tisane, gli angoli lettura, le lampade, i divani e le poltrone… tutto un mondo meraviglioso!
Ma mi sono sempre trattenuta per il lavoro che faccio, per la troppa esposizione all'editoria.
Però ogni tanto faccio delle eccezioni e oggi, dopo essere stata a Pordenonelegge e aver avuto modo di pensare tanto e incontrare tante persone che hanno a che fare con i libri, oggi ho deciso di rompere gli indugi e di parlarvi di ben due libri.
L'età ridicola di Margherita Giacobino è un romanzo che ha per protagonista una "vecchia", chiamata semplicemente la vecchia per tutto il racconto. Capite che ci vuole un certo coraggio, di questi tempi, per scrivere un libro così. Ma la cosa meravigliosa è che in questa vecchiaia raccontata per quello che è, senza finzioni, edulcoramenti e political correctness, la vita, l'ironia, gli slanci, l'affetto traboccano e vi travolgono. Mentre giornali e librini ci intortano con i 60 che sono i nuovi 40 e gli 80 che sono i nuovi 60, e ci costringono in nuovi stereotipi (come se non bastassero qualli vecchi), Margherita Giacobini restituisce alla vecchiaia la sua diversità e la sua dignità. Che freschezza!
I colori dell'incendio di Pierre Lemaitre è il seguito di un libro di cui ho parlato tanto tempo fa in un blog che non esiste più. Il libro era Ci rivediamo lassù, splendido romanzo con cui Lemaitre aveva vinto il premio Goncourt. Questo secondo romanzo l'ho letto in francese, e questo me l'ha reso ancora più caro. Ammiro di Lemaitre la capacità di usare il "mestiere" di scrittore di noir e polizieschi, con la suspence, la trama piena di sorprese, lo spiazzamento, mettendolo al servizio non del semplice intrattenimento ma della letteratura nel senso più nobile e amorevole del termine: una grande storia di grande respiro, un ritratto del mondo, una lingua ricca e inventiva, dei personaggi che ti sembra di poter incontrare domattina fuori dall'ascensore e che continuano a restarti nella mente e nel cuore. Lemaitre racconta il male che c'è dentro ognuno di noi, perché credo che sappia che è solo conoscendo e riconoscendo il nostro male che si può evitare di farlo.
Ecco. Non so se vi ho convinto, ma in fondo non importa. Vi metto comunque i link nel caso vogliate leggerli. E se non doveste trovarvi d'accordo, sapete dove trovrami!
Buona giornata
Anna da Re
Grazie per la dritta! Avevo voglia di leggere ma non sapevo cosa!
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