Quando ero piccola leggevo Topolino. Eravamo abbonati, e il primo a leggerlo era mio padre, con assoluto e sacro diritto di prelazione. Poi ce lo litigavamo io e i miei fratelli.
I saldi, su Topolino, si presentavano in forma di lunghi assalti fuori dai grandi magazzini, Paperino o Topolina o altri personaggi venivano schiacciati e tumefatti dalla folla, e magari poi arrivava bel bello Gastone che si accaparrava il pezzo migliore a un prezzo stracciatissimo. Noi sapevamo sì e no cos’erano i saldi, ai tempi. C’erano le liquidazioni, che era quando un negozio chiudeva o un’attività veniva dismessa. Poi il mondo si è globalizzato e ora a luglio e a gennaio il rituale dei saldi si consuma anche qua. Ammassi di gente come da Harrod’s se ne vedono di rado, ma una bella folla sì.
Sabato sono andata anch’io a fare il mio giro, anche perché sono invitata a un matrimonio tra poco e ho deciso di approfittarne per regalarmi qualcosa di carino.
Di regole sui saldi il web e le riviste sono piene, e ne ho scritto anch’io più di una volta, quindi non ci ritorno. Penso che la cosa da fare sia comprare qualcosa che ci piace, in armonia con il nostro stile; anche solo risparmiare il 30%, su un capo che siamo sicuri di portare, vale la pena. Mentre la cosa da evitare è lasciarsi trascinare dallo sconto: io sabato cercavo un vestito, e di vestiti c’era pieno, ma non me ne piaceva nessuno; erano affari, certo, ma cosa ci se ne fa di un vestito che non è nel nostro stile? Tutti quei fiori, ruches, rimembranza hippy e finto zingaresco, non coincidono con la mia idea di chic. Con un bel po’ di pazienza poi ho trovato un vestito di mio gusto, anche questo con uno sconto limitato, ma un bel vestito di maglia, viscosa e cotone, che metterò anche normalmente e non solo al matrimonio.
E voi che fate? Saldi sì o saldi no? Come sempre, se mi volete scrivere, potete farlo su ciabattinasx@gmail.com, sui social o nei commenti qui sotto.
E intanto buona giornata!
Anna da Re
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