Possiamo smettere di condividere? Grazie

Ci sono molte polemiche, in questo momento, sull’annuncio comparso su Repubblica per invitare i lettori a scrivere le recensioni dei libri di cui si parla e di quelli di cui non si parla.

Il terrore corre sul filo e scenari apocalittici di gente che recensisce il libro autoprodotto del cugino del fratello dell’amico, di un’inondazione di “recensioni” e commenti senza professionalità, senza filtri, senza controlli. Non è detto che questi scenari si verificheranno, l’annuncio è abbastanza sibillino, non si sa cosa succederà alle recensioni che la gente manderà. Ho anche visto che hanno cambiato l’annuncio, io faccio fatica a capire cosa stiano cercando, ma forse sono io.

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Quello che è vero è che ci vengono richieste “recensioni” in continuazione. Leggi un libro su Kindle e Amazon ti chiedere di recensirlo e di dargli un voto. Vai a far vedere la macchina alla Toyota e ti chiedono di scrivere come hai trovato il servizio. Vai in un hotel e devi dare una valutazione al tuo soggiorno. Per non parlare del condividere le tue esperienze.

Ehi, ma basta!

Capisco le recensioni sui servizi che si basano su quello: Airbnb, Blablacar e simili. Lì lascio la mia recensione, e ricevo quella degli utenti o degli host. Fa parte delle regole del gioco.

E capisco che faccia piacere avere un feedback sul proprio servizio. Ma lo si può chiedere in altri modi. Si può anche fare lo sforzo di capire se il cliente è contento parlandoci, guardandolo, ascoltandolo.

E quanto ai libri, si possono anche leggere soltanto. Si possono raccontare agli amici. Si possono tenere per sè.

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Una recensione, e ora lo scrivo senza virgolette, è una cosa seria e che bisogna saper fare. Altrimenti è inutile. È come i commenti degli utenti: voi vi fidate ciecamente di come gli altri valutano un ristorante? Io no. Ho i miei gusti, i miei criteri, e le valutazioni degli ignoti le prendo con le pinze, non certo come oro colato! Quante volte vi è successo che vi suggerissero un film, un libro, un disco, un locale, magnificandolo e poi a voi è parso niente di che?

In questi casi mi viene in mente una volta in cui, arrivata sull’arcipelago di Los Roques,  una riserva naturale al largo del Venezuela, ho incrociato dei milanesi che mi hanno detto guarda, è pieno di zanzare, non si riesce a dormire, si mangia malissimo, un disastro. E invece il posto era meraviglioso, due zanzare sì e no, cibo semplice ma buono… avessi dato retta a loro mi sarei persa un’occasione fantastica!

Quindi smettiamo di condividere (condividere vuol dire dividere con, e non si può avere le torta intera e mangiarne una fetta contemporanemente) tutto e senza criterio.

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Smettiamo di dare la nostra opinione, di valutare sempre e comunque. Viviamo, facciamo esperienze, proviamo, sperimentiamo. Qualche volta va bene e qualche volta va male… è la vita, no?

E soprattutto queste opinioni, valutazioni e considerazioni, impariamo a tenercele per noi. Fa bene agli altri, ma fa bene soprattutto a noi. E se vi va leggete The Circle o guardatevi il film, ci sono tante riflessioni interessanti.

PS

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È online sul portale Grey Panthers il primo post della mia nuova collaborazione: la rubrica Grey Chic

Buona giornata!

Anna da Re

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