Guardando e ammirando Juliette Binoche in “Il mio profilo migliore”

Niente come i social network ci mette di fronte al problema dell’identità. Nel momento in cui ci viene offerta la possibilità di presentarci come diversi da come siamo, più giovani, più belli, più ricchi, più interessanti, più sofisticati, più buoni, più famosi, prendiamo questa possibilità e la usiamo. Con molte conseguenze, alcune attese e altre sorprendenti.

“Il mio profilo migliore” è un bellissimo film francese in uscita, che ho avuto il privilegio di vedere in anteprima grazie a Inter Nos che mi ha coinvolto nel lancio. Mi sarebbe piaciuto molto partecipare all’anteprima a Roma, che sarebbe stata in un cinema, una sala buia, il silenzio e una poltrona comoda da cui farmi avvolgere. Ma non essendo a Roma ho visto il film sull’iPad, sul mio divano comodo, in un pomeriggio piovoso.

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Sapevo di cosa parlava: una signora cinquant’enne lasciata dal marito per una donna più giovane, che decide di presentarsi su Facebook con un falso nome e soprattutto una falsa età, la metà dei suoi. E sotto questo falso nome intraprende una relazione vera, seppure solo telefonica, con un ragazzo di una trentina d’anni.

La prima cosa che appare evidente è come quello che succede nella nostra testa, quello che viviamo dentro di noi, abbia una realtà e una forza superiori a quello che succede fuori. Alla faccia di chi dà poco peso alla vita interiore e ritiene che i sentimenti siano degli inutili accessori. La realtà del nostro mondo interno è fortissima e inequivocabile. In questo il film mi ha fatto venire in mente il bellissimo libro Instanbul Instanbul, di Burhan Sönmez, in cui i protagonisti incarcerati si raccontano storie e si immaginano di stare vivendo, mangiando, bevendo fuori dalla prigione, e la vita che vivono mentre raccontano è ancora più vera di quella dentro la cella.

La seconda cosa evidente è come, per cancellare il senso di essere invisibili che prende noi donne quando arriviamo ai fifty, chic o non chic, ci rendiamo veramente invisibili. C’è una scena in cui i due amanti virtuali sono uno davanti all’altro; ma mentre lei riconosce lui, lui cerca una lei di 25 anni e non vede la donna, peraltro bellissima, che ne ha cinquanta e gli sta di fronte.

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Così, per quanto le tentazioni di essere quelli che non siamo siano oggi più forti che mai, e facili e a portata di mano, non c’è davvero nessuna via di salvezza che non essere noi stessi. E accettare di invecchiare, e che le cose nella vita possono andare male, e che si soffre anche tanto. Ma che il finale, di qualsiasi cosa, non è mai decisa prima. Ci sono sempre delle possibilità.  E solo guardando dentro di noi, con sincerità ma anche con affetto, possiamo vederle.

Il film poi è francese, è elegante, raffinato ma mai freddo. Juliette Binoche è bellissima, bravissima e vestita con quella semplicità chic che solo i francesi sanno mettere in ogni cosa.

Buona visione quando andrete e intanto buona giornata!

Anna da Re

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