Sapete quelle giornate che a un certo punto guardate l’orologio e sono le cinque e non sapete come ci siete arrivate? Che vi ricordate molto bene quando vi siete alzate e il viaggio fino al lavoro e forse il primo caffè, mentre per il resto è come se foste state inghiottite in un buco nero che solo verso il tardo pomeriggio vi sputa fuori?
Ecco oggi è stato così e infatti sto scrivendo che sono quasi le cinque.
E allora è vero che il tempo non è quella scansione ordinata di ore minuti e secondi, misurata da stupendi orologi come quello di mio papà. Il tempo c’è ma è una percezione e quindi variabile e soggetta a molti fattori emotivi e psichici. Il tempo è troppo o troppo poco, è troppo lento o troppo veloce. Qualche volta è giusto e perfetto, ma tutto sommato assai di rado. E sebbene non mi piacciano particolarmente i quadri di Salvador Dalì con gli orologi deformati, penso siano parecchio espressivi di quello che sentiamo in tante situazioni. Fra l’altro, vi ricordate in quel bellissimo film di Woody Allen, Midnight in Paris, quando Dalì si presentava, il modo in cui lo pronunciava, “Dalì”?! È un peccato che scrivendo non si possa rendere l’idea…
E infine un po’ di tennis. Ho giocato un po’, nelle ultime settimane, con molto divertimento e anche in modo soddisfacente. E allora ho pensato che probabilmente il fare lezione con regolarità, costruendo un passo alla volta, correggendo, ripetendo, rifacendo, riprovando, è il vero modo per imparare. La continuità è il segreto, o almeno uno dei segreti. E i corsi rappresentano la continuità. Vanno avanti imperterriti anche se non puoi. Ti costringono ad andarci anche quando non ne hai voglia, non sei in gran forma, hai un impegno subito dopo. Se salti hai perso qualcosa, nessuno ti aspetta, i tuoi compagni vanno avanti. E se anche alle volte ti sembra di non imparare niente o addirittura di tornare indietro, invece alla fine il risultato c’è. Spesso arriva quando non te lo aspetti, come tante cose che si sono aspettate tanto e che poi finalmente si smette di aspettare e allora siamo nello spirito giusto per accorgercene.
Ecco ho fatto un po’ di filosofia spicciola. Che ne dite? Abbastanza chic pur non avendo parlato di vestiti?
Buona serata!
Anna da Re
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