Della bellezza del ricamo e di una certa delusione per La ricamatrice di Winchester

Forse non ve lo ricordate, ma l’estate scorsa avevo imparato a ricamare.

Il ricamo, per le signore della mia generazione, è uno dei simboli dell’oppressione e del destino di noi donne. Mentre i ragazzi andavano a correre e saltare, noi dovevamo stare a casa a ricamare. Non io per fortuna, che mia mamma era una protofemminista e ci voleva indipendenti e laureate, e ricamare non le piaceva neppure. Ma per esempio la mia amica Patrizia veniva regolarmente mandata dalle sue cugine ricamatrici per imparare l’arte; per fortuna sua e dei suoi studenti ora era molto brava a scuola e tutti l’hanno incoraggiata a studiare ed è diventata un’insegnante di quelle che tutti avremmo voluto avere. E insomma tendenzialmente ci viene l’orticaria, all’idea del ricamo, associato anche ai cuscini e alle tovagliette delle case delle nonne…

Ora tutto questo non c’è più e del ricamo si è riscoperta l’arte, e chi è capace di produrre oggetti meravigliosi, come per esempio il mio mito personale Miriam Cozzi. Si è riscoperto anche il potere benefico delle attività manuali, il lavoro a maglia, l’uncinetto, il cucito. Attività che richiedono una concentrazione sul qui e ora che aiuta a liberare la mente, dandoci tregua dal suo incessante, rumoroso e spesso inutile lavorio, e infatti paragonate alla meditazione nei loro benefici effetti terapeutici.

La ricamatrice di Winchester 01

Ed è su questo aspetto del ricamo, oltre che sulla dimensione socializzante e di condivisione di questo tipo di attivtà, che verte il romanzo La ricamatrice di Winchester di Tracy Chevalier, di cui sicuramente avrete sentito parlare. È l’autrice de La ragazza con l’orecchino di perle e di altri romanzi storici. Ora come vi ho detto già nel titolo non siamo di fronte a un capolavoro ma a un onesto libro di piacevole lettura. Se siete appassionate di ricamo non vi dirà niente che non sappiate già, così come se siete abbastanza ferrate e dedicate alla lotta per la parità dei sessi. Ma appunto, è un romanzo storico e come tale va letto. E il fatto che mi abbia un po’ deluso non vi deve stupire, io sono una lettrice molto e forse troppo esigente.

Se non altro mi ha fatto tornare la voglia di ricamare… e siccome sono una donna fortunata, oggi la mia amica Rosanna mi ha regalato una gran quantità di matassine colorate. Non ho più scuse quindi!

Intanto buona giornata!

Anna da Re

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