È bello quando scrivi una cosa e ricevi dei commenti e delle risposte. È giusto che succeda solo ogni tanto, e che succeda quando ha un senso.
Commentare l’outfit del giorno sarebbe tempo sprecato. Quello si guarda e al limite lo si considera un’ispirazione. Se va bene.
Invece ieri parlavamo di cose un po’ spesse, un po’ più importanti e un po’ più vicine. Parlavamo dell’essere “difficili” contrapposto all’essere “carine”. Aggettivi che avevo trovato in un articolo di The Guardian sul femminismo oggi. Mi era piaciuta quella contrapposizione perché la trovavo forte e vera, e parte dell’essere donna oggi, indipendentemente dal femminismo, che è poi il vero tema dell’articolo.
Perchè poi, a ben guardare, e come ha giustamente commentato qualcuno, possiamo essere al contempo carine e difficili. Soprattutto perché non sono aggettivi, o definizioni, che ci diamo da sole perché ci corrispondono e ci rappresentano. Sono aggettivi, o piuttosto etichette, che ci attribuiscono gli uomini. Aggettivi ed etichette che non applicherebbero mai a se stessi. E che sono carichi di secondi significati e secondi fini, depositati in quelle parole da secoli di storia e di oppressione. Per loro, siamo carine quando facciamo quello che vogliono loro e siamo difficili quando facciamo quello che vogliamo noi. Mentre per noi, siamo carine quando facciamo qualcosa sorridendo, con gioia, con entusiasmo; quando collaboriamo, lavoriamo insieme a qualcuno, uomo o donna che sia, in armonia; e anche quando facciamo buon viso a cattivo gioco, pensando a costruire per il domani invece di distruggere oggi. E per noi siamo difficili quando non riusciamo a far tornare i conti, quando le contraddizioni ci sovrastano, quando abbiamo fatto troppo e siamo stanche e a fine corsa.
Non è interessante come queste definizioni non solo siano diverse, ma non si sfiorino neppure?
Buona giornata intanto
Anna da Re
Ieri ascoltavo una sociologa spiegare la diversità delle figure femminili e maschili in cucina. Giriamo sempre lì intorno. Terribile pensare di essere così ancora nella palude
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Però se se ne parla magari ci si aiuta a uscirne
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Certo, bisogna parlarne sempre!
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E il mondo dei cuochi penso sia tra i più maschilisti!
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