#iorestoacasa giorno 2. La cura

Lo so, scritto così, la cura sembra legato al virus, alla malattia.

Ma siamo noi, anche se non proprio tutti noi, che abbiamo ridotto questa parola al suo stretto senso medico. Perchè la parola di per sé ha un significato ampio e non ha limiti di applicazione o di utilizzo.

Stamattina prima di mettermi al lavoro piegavo le magliette e la biancheria dell’ultima lavatrice. Sono una grande fan del non stiro e del piegare bene sostituisce per buona parte il non stiro (poi magari con il tempo che guadagno a non andare in ufficio mi rimetterò anche a stirare, perchè la morbidezza e il profumo delle cose stirate è ineguaguagliabile e mi manca), e quindi stendo bene e piego bene prima di riporre le cose.

Dunque stamattina quel lavoro mi sono resa conto che lo stava facendo con maggiore cura. Perché non erano le dieci o le undici di sera dopo una giornata passata in giro, non era l’ennesimo lavoro che se non lo faccio ora lo faccio tra 24 ore ed è troppo tardi, non era certo se avessi una governante ci penserebbe lei e cose del genere. Era un momento, uno dei tanti della mia giornata, e stavo facendo quello ed ero contenta di farlo e di poterlo fare bene.

E la cura è anche questo, fare quello che stai facendo e basta. Mentre noi, lo sapete meglio di me, abbiamo sempre fatto una cosa pensando a quella successiva o a un certo numero di cose successive, solo quando era richiesta molta concentrazione riuscivamo a non essere proiettati nel futuro.

La cura è anche fare attenzione alle parole, a quello che si portano dietro. E l’esercizio di scrivere comunque tutti i giorni, senza che succedano fatti esterni da cui partire o da commentare, senza voler entrare nel girone dei saputelli e degli espertoni, è un buon esercizio. Leggevo un post molto bello dell’editore NN, quello di Kent Haruf, che raccontava come avevano deciso di far uscire il loro libro più importante dell’anno nonostante il momento (e il libro è La strada di casa di Kent Haruf) e diceva “Noi non vogliamo smettere di esserci, perché esserci gli uni per gli altri è una delle cose più importanti che abbiamo”. Ecco, io di fronte a una frase così mi commuovo e penso che ce la faremo.

Buona giornata intanto!

Anna da Re

 

3 risposte a "#iorestoacasa giorno 2. La cura"

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  1. E’ una cosa molto bella, la cura.
    Stasera ho ritirato i panni un po’ in anticipo perché pare domani debba piovere, e allora li piegherò per bene annusandoli e pensando a tutti quelli che staranno facendo altrettanto nel mondo.

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