#iorestoacasa giorno 35. Di ortensie, casa, vacanze e vuoti

È un giorno strano, oggi. È Pasqua.

Sono seduta al tavolino del terrazzo, il cielo è nuvoloso a tratti, l’aria è piacevolmente fresca. Guardo le piante che stanno riprendendo vita, un geranio sta per fiorire, e tra le foglie dell’ortensia sono quasi sicura che sta per nascere un fiore. È microscopico eppure già riconoscibile. Purtroppo osservando ben bene, con gli occhiali, per fare la foto, ho visto anche dei piccoli parassiti, e così ho sacrificato qualche foglia e qualche ramo, non ho un altro modo di scongiurare che si mangino tutta la pianta. E già che c’ero ho visto che anche la rosa aveva una ragnatela, alcune foglie stavano appassendo. Ho dato una pulita anche lì. Sono piccole attenzioni che non avrei riservato alle piante, se non fosse stato per questa emergenza, e capisco mia mamma che diceva per le piante ci vuole tempo, bisogna guardarle, quando si è giovani non si fa, è normale.

ortensia

Ho letto per un bel po’, con quella calma e quell’abbandono che mi succedono quando sono in vacanza, quando non ho mille cose che mi fanno interrompere la lettura. Sono lontana dai social, dall’intrattenimento a tutti i costi di questi giorni, dallo sforzo di fare come fosse tutto come prima. Sento i vicini intorno a me, voci, musica, uccellini, cani. Suoni che fanno compagnia, che fanno sentire partecipi. A cui non avevo mai fatto caso. Non ero mai stata a casa abbastanza, non c’ero mai stata in vacanza.

Che in fondo questi quattro giorni lo sono, una vacanza. Anche nel senso del vuoto, dell’assenza, a cui non siamo abituati, di cui non ci sappiamo capacitare. Non che uno non possa trovare mille attività per riempirlo, il vuoto. Ma perché farlo? Perché non riconoscere al vuoto la sua funzione, di contrappeso al pieno?

ortensia fiore

Io lo sapete, non mi annoio mai e anche in questa quarantena ho continuato tutte le mie attività, che per fortuna erano già parecchio immateriali e potevano cavarsela utilizzando soltanto la virtualità. Ma mi sono detta ora però stai davvero in vacanza. Scrivi il diario perché è un diario, e leggi perché leggere è fondamentale e perché se riesci a leggere come leggevi da ragazza nelle estati interminabili di Cortina, beh vuol dire che sei ancora tu, che con tutte gli anni e gli accadimenti e la vita passata sei rimasta tu. E non so perché ma questo mi piace. E non credo contraddica il fatto che si continui a cambiare, minuto dopo minuto, esperienza dopo esperienza. Come diceva il grande Walt Whitman

“Do I contradict myself? Very well, then I contradict myself, I am large, I contain multitudes.”

Buona serata!

Anna da Re

 

 

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