#iorestoacasa giorno 48. Forme di resistenza

No, non pensate che voglia paragonare la nostra resistenza di ora alla Resistenza partigiana che oggi, 25 aprile, si commemora. D’altro canto, ognuno vive la vita del proprio tempo, la vita che gli capita, tutto sommato.

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E di sicuro io appartengo a una generazione fortunata, almeno finora, e soprattutto appartengo a un’area geografica fortunata, perché sappiamo che l’assenza di guerra non è un fatto che riguarda tutto il mondo ma solo una piccola, appunto fortunata area geografica. E quando penso in questa prospettiva, mi sembra molto ozioso mettermi al computer tutti i giorni e scrivere qualcosa sulla nostra clausura. Poi penso che questo so fare, questa è la vita che vivo. Penso anche che del passato tendiamo ad avere una visione romantica, eroica, estrema. Immagino che quando quel passato era presente appariva confuso, opaco, diffcile da capire.

E quindi torno al mio presente. Alle piccole cose piacevoli del sabato, uscire a comprare la frutta e la verdura, il pane fresco e i grissini. Mangiare l’insalata appena lavata. Cominciare un pulloverino estivo di cotone. Bere il caffè sul terrazzo, e poi restare fuori, che c’è il sole e anche un bel venticello. Anche se è strano essere a casa in un giorno così, in cui si dovrebbe essere in piazza tutti insieme, perchè la Resistenza l’hanno fatta gli italiani insieme, e insieme noi italiani la vogliamo ricordare, anno dopo anno.

E quindi esercito la mia personale forma di resistenza: rifiutando di farmi impaurire; di credere che per la salute valga la pena rinunciare ad alcune libertà; di occuparmi ossessivamente di quello che fanno gli altri, alla ricerca di errori e colpevolezze; di ascoltare voci qualunque e informazioni non verificate. E continuando a leggere e studiare, a credere che saranno le persone positive, costruttive, aperte, quelle che amano il lavoro ben fatto solo perché è ben fatto, quelle a cui piace essere generosi solo per il piacere di esserlo, saranno quelle persone a salvare il mondo. Non con gesti plateali, con parole roboanti. Ma con il lavoro costante e quotidiano.

Che se si studia per bene, anche la Resistenza è stata così, ed è per questo che ha portato i suoi frutti. Così la dobbiamo ricordare, anche perché così tutti possiamo dare il nostro contributo. Non importa quanto piccolo, sarà importante.

Buona giornata (o forse a questo punto serata)!

Anna da Re

 

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