A colazione con… Milton Glaser

Colazione non poi così tanto tardiva oggi, anche se pubblico un po’ più tardi del solito, ma avevo bisogno di riflettere a lungo e così mi sono fatta rapire dalle immagini, dai colori, mentre cercavo quelle più adatte da pubblicare qui per voi.

Stamattina mentre facevo colazione con una fantastica brioche alla crema della pasticceria San Carlo, o meglio Carlino, riflettevo sul mio passato da graphic designer, mestiere che un bel po’ rimpiango, un bel po’ tanto direi.

Riflettevo ripercorrendo la mia strada, soprattutto il mio “inizio” e su cosa, come e quando ho deciso di intraprendere la strada della grafica.

Milton Glaser è stato uno dei maggiori grafici di questa epoca, appassionato nel suo lavoro con profonda dedizione, ma soprattutto appassionante.

È stato questo amore per il colore e il suo uso sfrenato e incondizionato come rappresentazione di un qualcosa che va ben oltre al significato intrinseco visivo, che mi ha spinto a fare la mia scelta.

Le forme nere che colpiscono, spaccano, accompagnate da esplosioni di rossi, gialli, rosa, verdi. Questo manifesto spacca, questo logo spacca.

Forse non è il linguaggio giusto da usare per parlare di un maestro come lui, ma che ci posso fare se lo pensavo a 14 anni e lo penso ancora oggi che ne ho 50?

A casa si parlava e si faceva grafica costantemente

Essendo noi editori d’arte e di car design, non si potevano che pubblicare bellissimi libri impaginati e ideati da grafici geniali.

Poi a casa, nella nostra biblioteca, c’erano anche molti libri di altri editori che parlavano di grafica e sfogliarli spesso, assieme a quelli pubblicati dalla mia famiglia, non ha fatto altro che alimentare questa mia passione.

Ma fra tutti, il genio creativo che ammiravo di più era Milton Glaser, non tanto per le sue scritte e loghi diventati famosi,  ma per l’uso dirompente del colore.

Non avendo poi le idee così chiare a 14 anni fui spinta a scegliere definitivamente il mondo della grafica grazie ad un amico grafico, oggi noto ai molti, che all’epoca impaginava i libri di car design della nostra casa editrice Automobilia, e poi perché nel mio mondo fatto di colori e forme sinuose era costantemente presente il ritratto di Bob Dylan disegnato da Milton Glaser.

 

Non saprei spiegarvi perchè, ma il mio amore folle per quel ritratto, non tanto per la musica di quel cantante, ha dato vita al mio mondo.

Alla fine purtroppo io ho dovuto cambiare mestiere, e pochi giorni fa se ne è anche andato uno dei miei miti.

 

Verde Alfieri

 

Mi chiamo Verde, e con un nome così non potevo che essere una creativa. Mentre faccio gioielli che trovate qui Alfieri Jewel Design, mi diverto a portarvi a colazione con me, a scrivere per il mio blog Alfieri Magazine ma soprattutto di The Ciabatte Pelose che tanto mi fanno impazzire.

2 risposte a "A colazione con… Milton Glaser"

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