Non so voi, ma io sul lago trovo la pace

Vi confesserò, di questi tempi, strani e inquietanti e diversi e nuovi, spesso quello che cerco è la pace. Che come tutto va cercata in primis dentro di noi.

Ma alcuni posti aiutano. E uno di questi è il lago. In autunno più che mai. Perchè oltre a quella lentezza del muoversi dell’acqua, che alle volte sembra solo un tremolio, c’è la dolcezza della luce e quella leggera foschia, dell’umido che sale verso i colli e le montagne. E ci sono gli alberi. Mentre facevo una foto dalla terrazza del ristorante dove avevamo pranzato, mi sono vista davanti i nodi e quindi i secoli di questo, non so, credo cedro del Libano, maestoso, antico, potente ma gentile.

Così sono stata molto felice di andare a Menaggio sabato. In giornata, alzandomi presto perché c’erano un po’ di partite di tennis. Già solo quando la strada comincia a costeggiare il lago mi sento meglio. E poi pian piano entro in un’altra dimensione, che non è solo di lentezza e di distacco. È una dimensione più sana e più reale, che ridimensiona il nostro lavoro, la nostra persone e insieme i social, le news, tutto il bailamme che abbiamo intorno.

Il lago e l’acqua sono anche silenzio. Ed è vero che rispetto a quando andavo in ufficio vivo in un mondo più silenzioso, ma mi restano pur sempre un vicino (credo che stia sotto di me, il rumore come il calore sale no?) chiassoso, le sirene delle ambulanze, le telefonate. E anche i messaggi che si leggono, le email o i whatsappini, anche questi spesso urlano e strepitano.

Dunque spero di continuare ad andare sul lago, anche solo per una passeggiata, per guardare la luce che si riflette e assaporare la pace.

Buona giornata intanto

Anna da Re