Quest’estate sono stata a Cortina. Uno dei miei luoghi del cuorissimo, perché ci ho passato tutte le estati della mia infanzia e ne ho conservato dei bellissimi ricordi e delle bellissime amicizie. Ma questo ve l’ho già detto.
A Cortina c’era un negozio dove andavano sempre, Moessmer. Un negozio di tessuti e lane, che è in realtà un lanificio di Brunico. Ci compravamo le coperte, le rocche di lana, i loden, le stoffe per i vestiti fatti dalle sarte. Cose di un altro tempo e di un altro mondo. Il negozio a Cortina ha chiuso, ma è rimasto quello di Bolzano e l’outlet di Brunico.

Potevo non andare a Brunico? Potevo non andare all’outlet di Moessmer? Certo che no.
Potevo non fare almeno un acquisto? Certo che no.

E così ho comprato la giacca che vedete nella foto e un cappellino. Il cappellino sono riuscita a metterlo una volta e poi l’ho perso. Lo sto cercando da giorni, perché non riesco proprio a capire dove sia finito, ma finora non l’ho trovato.
La giacca invece ce l’ho indosso. Di sicuro mi piace tanto tanto. Se andassi in ufficio non dico che la metterei tutti i giorni ma quasi. E anche questo mi sa che l’ho già scritto, ma ho scoperto che le giacche per stare in casa sono super comode. Mi ricordo che mio papà le portava sempre, ma pensavo che fosse perché era abituato così, perché gli uomini di una volta si vestivano con la camicia, il pullover o il gilet, la cravatta e la giacca. Estate e inverno, di pesi diversi, la giacca era il loro modo di presentarsi al mondo, ma anche a se stessi. Io, e anche questo ve l’ho già detto, era dai tempi del liceo che non stavo a casa per giornate intere. E anche al liceo portavo le giacche, rubate a mio papà. Non in casa, magari.
Comunque la giacca ci se la mette e toglie con facilità. Nel momento in cui ci si sente infreddoliti la si indossa. Quando magari si fa una telefonata, si beve un tè o ci si muove, la si toglie. E ti dà quell’aria di non essere vestito da casa che lo sapete, io trovo chic e voglio conservare, lockdown, covid, colore della regione o confinamento che sia.
Buona giornata!
Anna da Re
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