Che questo blog sia sempre più simile a quello che i blog erano in origine, dei diari un po’ personali e un po’ pubblici, è evidente a me e penso anche a voi.
Che non sia più tempo di parlare di come ci vestiamo, di eventi letterari, di sciate o camminate sui monti, è evidente a me e penso anche a voi.
Alle volte è difficile scrivere. Scrivere qualcosa che possa essere letto da chiunque, dal primo che passa e dall’ultimo che poi chiude la porta. Qualcosa che abbia un senso per me che lo scrivo e quindi anche per chi lo legge.
La pandemia fase 2 è diversa dalla fase 1. La fase 1 ci permettevamo di chiamarla tempo di mezzo, e come tempo di mezzo ci sembrava bello usarla per riflettere, per riavvicinarci a noi stessi, per dedicarci quel tempo che la frenesia del quotidiano ci toglieva. Nella fase 2 non crediamo più che si tratti di un periodo, di un intermezzo, di un momento da cui ripartire. La fase 2 ha tutta l’aria di stare con noi in modo permanente (per quanto permanenti siano le cose umane). Sappiamo di essere in un tempo diverso. Sappiamo di non sapere, nè come affrontare questa emergenza, nè che cosa ci sarà dopo, e quanto dopo, e se ci saremo noi e chi ci è caro. Sappiamo che c’è bisogno di forza, di ottimismo, di generosità e di pazienza. Sappiamo che sono qualità che abbiamo, ma non siamo molto allenati ad usarle e a volte non ne abbiamo voglia, perchè sono di quelle qualità che richiedono impegno, dedizione, costanza (altre qualità che abbiamo, peraltro).
E tra le tante cose da ripensare e da rivedere ci sono pure i blog come il mio, nati in un mondo diverso e conosciuto e ora disorientati in questo nuovo sconosciuto. Magari durante queste vacanze avrò molta voglia di scrivere. Magari invece non avrò nulla da dire. Magari mi verrà un’idea per trasformare il blog. Magari non mi verrà in mente niente. Non lo so proprio.
Quindi, care lettrici e cari lettori, portate pazienza.
E intanto buona giornata
Anna da Re
ti aspettiamo, buon Natale!
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