Mi ha dato l’idea per questo post Noemi Cuffia, una delle prime blogger che ho conosciuto, quando gestiva il mitico Tazzina di caffè. Conosciuta davvero, di persona, e verso la quale provo ancora molto affetto. Stamattina ho letto un post di Noemi su Fb, e mi è ritornato in mente quel tema della condivisione che da tanto mi ronza per la testa.

Trovo che quello che ci diciamo e il modo in cui pensiamo alla condivisione sia ingannevole. Il signficato della parole condivisione è assolutamente evidente: dividere con.

Ora pensare che “dividere con” possa voler dire moltiplicare è uno di quei passaggi arditi che la nostra mente sa fare, ma il cui effetto non è benefico e forse è dannoso. L’idea che se faccio qualcosa di significativo e poi lo condivido sui social renda questo qualcosa più significativo è semplicemente un’idea stupida. Condividere moltiplica i follower. Sì, certo, lo fa. Ma cosa ha aggiunto davvero? E condividere sui social è davvero un condividere? O è semplimente un mettere in mostra quello che sto facendo?

Io sinceramente non ho mai pensato di “condividere” i miei outfit sui social. Li facevo vedere, certo. Mi piaceva l’idea che piacessero. Mi piaceva l’idea che qualcuno ci si ispirasse.

E quello che c’era nel post di Noemi, e che c’è in tanti post che tirano le fila di questo anno unico e irripetibile (ma quale anno non lo è?), è che quello che abbiamo veramente condiviso è la pandemia. Ovvero abbiamo condiviso qualcosa che non avremmo voluto augurare a nessuno. Qualcosa che ci è arrivato addosso imprevisto, improvviso, che ha messo in discussione tutto quello che avevamo intorno e soprattutto noi stessi. Qualcosa che ci ha aperto gli occhi a forza, per guardare e finalmente vedere i disastri che avevamo combinato, le trascuratezze e le nefandezze, le ingiustizie, le idiozie. Le avevamo condivise, le ingiustizie e le nefandezze? O avevamo condiviso invece le illusioni, le coperture, i veli pietosi e quelli impietosi?

Sarà forse il caso di rifletterci. Tornando anche un po’ ognuno dentro di sé, a guardare e valutare il proprio cammino e la propria strada.

Che si impari di più dagli errori che dai successi è una banalità che sanno tutti. Ma io ve lo auguro comunque, per il 2021 e anche oltre.

Anna da Re

2 risposte a “#pandemia fase 2. Ingannevole è la condivisione”

  1. Avatar Caterina
    Caterina

    Cara Anna,
    in quest’anno disgraziato per tutti e per me segnato da difficoltà che non finiranno a mezzanotte di oggi, ho letto quasi quotidianamente i tuoi articoli. Apprezzo le idee che hai saputo trovare anche nei giorni più grigi del lockdown, apprezzo la tua cultura e il tuo linguaggio e i tuoi consigli di moda che, in un tempo più leggero, mi avevano fatto conoscere il tuo blog. Grazie e buon anno anche a te… se puoi continua a scrivere, con il buonsenso e l’acutezza che dimostri.

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    1. Avatar Anna da Re

      Cara Caterina, ti ringrazio dei queste tue parole. Continuerò a scrivere, non so di cosa ma sarà un utile esercizio trovare il senso ogni giorno e qualcosa che valga la pena di essere raccontato. Ti auguro che vada tutto meglio, il tuo meglio

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Sono Anna

Benvenuti su ChicAfterFifty. Nato 10 anni fa come blog di moda per signore, appunto after fifty. Dopo la pandemia la moda non mi è più sembrata così importante. E allora parlo di libri, di ambiente, di posti belli, di cose belle.

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