Vi potete immaginare, data l’ora in cui scrivo questo post, che sia stata una giornata molto piena. E non vi sbagliate. Otto ore di corsi, quattro di un tipo e quattro di un altro, e in mezzo una riunione, il controllo della posta e pezzi di lavoro che non si potevano rimandare.
Potevi anche non scrivere, direte voi. E certo che sì. Ma io sono una persona che ha il senso dell’impegno, e i miei post sono un impegno. Anche rimanesse un solo lettore, se ho promesso un post lo faccio.
E poi avendo, in uno dei due corsi, parlato di Netiquette, scriverne mi viene pure facile.
Perché mi ricordo quando ho cominciato a frequentare i social, che erano una cosa parecchio diversa, eravamo di meno, credevamo che ci avrebbero aiutato a migliorare il mondo, e in un certo senso il problema della netiquette non ce lo ponevamo. Perché pensavamo che i social fossero comunque fatti di persone, e che le regole di comportamento con le persone non cambiassero solo perché non ce le avevamo davanti fisicamente. E i social in effetti sono fatti di persone, ma come il medium è il messaggio così il medium è anche un po’ la regola, o meglio l’assenza di regole. E quindi negli ultimi anni abbiamo avuto bisogno di persone che ci spiegassero che le parole possono offendere e anche molto (ma non c’era qualcuno che aveva detto “ne ferisce più la penna della spada”?) e che ci aiutassero a riscoprire la buona educazione. E un po’ anche il buon senso, perché quando uno si presenta in rete non può fingere, e le sue diverse occupazioni, passioni, attitutidini, impegni ecc. si presentano in rete con lui. Se lavori per un’azienda non è che puoi passare il tempo a scrivere dei post contro l’azienda. Se non hai niente da dire è meglio che taci. Rileggi prima di pigiare invio.
Insomma la Netiquette è molto importante, senza dubbio, ma i fondamenti che ci stanno dietro lo sono molto di più, e ci portano più lontano. Il rispetto del nostro prossimo non riguarda solo i social, e parte dal rispetto di noi stessi. Che quando abbiamo scritto una serie di insulti su un social ci potremmo chiedere, ma ho rispettato me stesso? E di sicuro la risposta è no.
Ecco, mi fermo qui perché davvero non ho più tempo.
E vi auguro un buon weekend
Anna da Re
Due sole parole dei nostri Padri Romani a commento: scripta manent.
Purtroppo, con l’avvento dell’informatica, abbiamo iniziato a scrivere come se parlassimo ad un interlocutore vicino o, peggio, se fossimo allo stadio, mentre la forma scritta della comunicazione richiede un necessario rigore nella forma e nel contenuto.
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Verissimo
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Molto ben detto, e condivido la sensazione primordiale di “quando abbiamo cominciato a frequentare i social”, per lavoro tra l’altro, io (2008?)
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