Io come sapete credo fortemente nel lavoro volontario. Che ha delle qualità completamente diverse dal lavoro che tutti facciamo per pagarci le spese e vivere.
Credo che dovunque ci siano molte persone che fanno lavori volontari, ma di sicuro in Italia so che ce ne sono tantissime. E nonostante le polemiche sul fatto che il lavoro volontario spesso supplisce alle mancanze dello stato e dà sostegno alle persone bisognose, di cui in realtà si dovrebbe fare carico la nostra una repubblica fondata sul lavoro in cui tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e doveri, io penso che il lavoro volontario ci sarebbe comunque.
Basta pensare a tutti noi che lavoriamo per l’ambiente e per la natura. La natura è abituata ad arrangiarsi da sola, non chiede di certo aiuto. E il nostro lavoro volontario consiste piuttosto nel limitare i danni che l’uomo fa alla natura. E nel rispettare le scelte che la natura fa.
Ieri per esempio un piccolo drappello del nostro circolo di Legambiente è andato al parco del Grubria. A parte il nome orrendo e impronunciabile, si tratta di un parco molto esteso pur se frammentato, nato dall’unione del Parco del Grugnotorto e di quello della Brianza (non avendo molta fantasia l’hanno chiamato appunto Grubria). Monza ne fa parte, ma manca un’adesione ufficiale con relativo contributo economico, e quindi noi di Legambiente e altre associazioni monzesi ci stiamo dando da fare perché il Comune dia l’adesione. Stiamo organizzando una biciclettata dimostrativa e ieri abbiamo fatto una ricognizione. Dentro il parco c’è la sede di un altro circolo, quello di Cinisello, che qualche anno fa ha costruito l’Oasi di Sant’Eusebio.
Ora vi ho raccontato tutti questi dettagli perché ci hanno raccontato come è nato il parco, e la cosa più sorprendente e confortante è la rapidità con cui la natura si riprende. C’era una zona di bosco fittissima e rigogliosa, che solo qualche anno fa era una mezza discarica abbandonata. E del resto basta guardare cosa sta succedendo adesso: un mese di maggio pieno di pioggia, meno gente in giro, meno aerei in cielo, e alberi, fiori e frutti crescono felici e abbondanti. Oppure basta guardare il proprio terrazzo, ho portato a casa un nespolo (forse ve lo ricordate, era spuntato nella nostra oasi ma in un punto in cui si volevano mettere altre piante) ed è già alto il doppio, sarà passato un mese a dir tanto. Vi chiederete cosa farò quando sarà diventato più alto di me, non lo so, se gli basta il vaso che gli ho dato per me può crescere quanto gli pare. E magari un giorno farà pure le nespole, che sono uno dei miei frutti preferiti…
Tutto questo che vi ho raccontato è lavoro di volontari. Appassionati e dediti. Che imparano quello che non sanno, usano quello che sanno già. Che si pongono piccoli obiettivi fattibili, che però poi si sommano e moltiplicano e probabilmente cambieranno il mondo. O almeno un pezzo di mondo.
Buona giornata
Anna da Re
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